La Nuova Sardegna

Sassari

Lo sviluppo passa per il porto

di Gavino Masia

Serve unità per riprendere il dialogo sul Piano regolatore e sostenere la Zona economica speciale

10 gennaio 2020
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PORTO TORRES. Lo scalo marittimo di Porto Torres ha bisogno di ulteriori prove di unità politica dei consiglieri regionali del territorio e dei sindaci dell’area vasta per essere considerato concretamente il volano dello sviluppo economico del Sassarese e non solo. Un porto con grandi spazi dove transitano un milione di passeggeri l’anno e dove sono presenti collegamenti marittimi con scali italiani e internazionali. E un bacino turistico baricentrico con le altre località costiere del golfo dell’Asinara per sviluppare il diportismo nautico. «Questo territorio non può rivendicare di diventare Città metropolitana – ha detto il sindaco di Sassari Gian Vittorio Campus – se non inizia a battersi sulle sue risorse fondamentali: il porto commerciale di Porto Torres è la nostra comunicazione con il resto d’Italia, d’Europa e del mondo per quanto riguarda le merci, oltre che una porta turistica importante per sviluppare questo settore». Per Massimo Piras, coordinatore del Pd per la Portualità, è comunque necessario riprendere immediatamente il dialogo sul nuovo Piano regolatore del porto. «Bisogna riavviare la discussione su un documento bloccato da più di 3 anni e arrivare all’approvazione di uno strumento che ridisegni immediatamente le nuove priorità urbanistiche e le nuove destinazioni d’uso per le aree portuali e retro portuali, attualmente in disuso e sotto il controllo dell’Eni».

Per l’ex presidente della commissione Portualità chi rappresenta una «politica progressista e attenta alle evoluzioni economiche europee», non può che investire forti risorse pubbliche nell’istituzione della Zona economica speciale di Porto Torres con Sassari e Alghero, perimetrata dalla giunta Pigliaru per 500 ettari. «Dal 2013 il Pd sostiene che il pontile delle rinfuse secche e il Centro intermodale risultino essere le aree logisticamente più affini ad ospitare questo tipo di perimetrazione – aggiunge Piras –, mentre le attività di Matrìca e della grossa cantieristica navale hanno i numeri per sostenerne i costi di avvio».

Per il vicesindaco Marcello Zirulia, nonché assessore alla Portualità, lo scalo marittimo ha necessità di essere integrato sempre più con la città e di avere una connessione con l’aeroporto Riviera del Corallo per migliorare il sistema di mobilità di tutta l’area metropolitana di Sassari. «Il diportismo, il traffico passeggeri e quello delle piccole e medie navi da crociera possono essere il motore di sviluppo soprattutto del bacino commerciale – afferma – con ricadute sui lavoratori del settore portuale e sull’indotto turistico di Porto Torres. Ma il nostro porto ha tante altre potenzialità di crescita nel settore produttivo – continua –, a cominciare dalla cantieristica navale piccola e grande e in particolare dal bacino industriale, per il quale occorrerebbe realizzare iniziative mirate a sfruttare i tanti spazi, purtroppo al momento non utilizzati».

L’amministratore pentastellato ricorda inoltre la prossima realizzazione del deposito di Gnl del Cip e le banchine Asi, «che potranno diventare un punto di riferimento anche per le grandi e innovative navi da crociera di recente costruzione che usano proprio questo tipo di combustibile». Il porto, secondo il M5S, deve seguire la strada della modernizzazione e della sostenibilità: «A tal proposito abbiamo l’intenzione di sottoporre all’attenzione degli enti competenti un programma che presenteremo nei prossimi giorni, mirato a conciliare le attività dello scalo con il rispetto dell’ambiente».

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