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Sassari

I sette dimissionari: «Valledoria merita un nuovo progetto»

di Salvatore Santoni
I sette dimissionari: «Valledoria merita un nuovo progetto»

Parlano Spezziga e i sei che hanno fatto cadere il consiglio Accuse al sindaco: pressapochista. Ora si pensa alle elezioni

15 gennaio 2020
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VALLEDORIA. Un’aula consiliare così gremita, qui nel municipio di Valledoria, non si vedeva da tempo. Tutti gli occhi, digitali e non, sono per lei: Claudia Spezziga, avvocato 32enne e fino a qualche giorno fa vicesindaca. Cittadini e giornalisti sono arrivati in massa per sentire le ragioni che hanno portato alla caduta prematura dell’amministrazione comunale guidata da Paolo Spezziga, mandata a casa dopo quel «Lei non conta un ca…» pronunciato in una serata poi rivelatasi tombale per un’intera classe dirigente.

L’attesa. Al centro del tavolo c’è l’amministratrice, attorno gli altri sei consiglieri di minoranza, e sopra due fogli A4 intonsi di critiche all’ex primo cittadino, al modo di operare della maggioranza, alle disavventure degli ultimi due anni e mezzo. Ma c’è anche di più: l’embrione di un gruppo politico che nelle prossime settimane si proporrà per prendere le redini del paese. Il tutto condito dai flash delle reflex e dagli sguardi dei presenti.

J’accuse. La conferenza stampa si apre proprio con le dichiarazioni dell’amministratrice. «L’episodio che ha coinvolto la polisportiva è l’ultimo di una lunga serie di monologhi – dice Claudia Spezziga – che ha screditato l’opportunità di costruire, tramite un dialogo, ciò che avevamo promesso ai nostri elettori». Poi aggiunge che nessuno ha prestato attenzione al suo disappunto, e sottolinea che il sindaco, anziché ammonire gli autori dell’episodio, «ha reiterato il suo pressapochismo liquidando la questione in maniera frivola e sminuendo il peso della delegittimazione in atto». Di qui la scelta di tenere fede «al bene del mio paese» mandando tutti a casa.

L’alternativa. A fiancheggiare l’ex vicesindaca, ovviamente, anche gli altri firmatari delle dimissioni di massa che hanno generato la chiusura anticipata del mandato amministrativo. «Siamo rimasti in silenzio per una settimana cercando di capire come sarebbe evoluta la questione – spiega l’ex consigliere Francesco Piroddi – e solo dopo aver appreso in maniera categorica che non vi erano più né i margini né la volontà di andare avanti, insieme all’ex vicesindaco abbiamo concordato la strategia di uscita meno dolorosa per il nostro paese». E ancora: «La nostra azione assume ora una responsabilità enorme verso ciò che verrà, perché spetta a tutti noi creare le condizioni per la formazione di un nuovo progetto che sia condiviso il più possibile e che abbia come unico fine il bene per il paese».

Al voto. Mentre in municipio si organizza il trasloco dei vecchi inquilini e si attende l’arrivo del commissario straordinario, in paese il clima è già da campagna elettorale. I due gruppi di minoranza nati dalle due liste perdenti alle ultime elezioni e i due consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza di Paolo Spezziga sono già in moto. E infatti la prima certezza del nuovo scenario politico è questa: le minoranze sono già fuse, manca soltanto che scrivano un programma elettorale e che scelgano chi farà il candidato sindaco. O la candidata sindaca. E qui arriviamo alla seconda cosa chiara: anche se è troppo presto per sentirlo dire ufficialmente, è palese che Claudia Spezziga avrà un ruolo di rilievo. Forse qualcuno la proporrà a sindaca, o forse no. Di sicuro è diventata l’eroina della minoranza, oltre che di buona parte dei critici dell’ex sindaco, e anche se in politica tutto è possibile viene davvero male immaginarla a seguire la competizione elettorale da semplice spettatrice. A meno non decida lei stessa. Perché in questo terremoto che scuote Valledoria da una decina di giorni si è capita chiaramente anche una terza cosa: Claudia Spezziga conta eccome.

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