La Nuova Sardegna

Sassari

«Errore drammatico non prorogare lo Sprar»

Opposizioni all’attacco contro la decisione della giunta, la mancata richiesta arriva in commissione

16 gennaio 2020
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SASSARI. Disappunto e preoccupazione, interrogativi e silenzi. È per molti versi misteriosa la decisione della giunga di non partecipare alla proroga del bando Sprar. Un progetto finalizzato a garantire interventi di “accoglienza integrata” ai richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale che a Sassari ha rappresentato un perfetto esempio di accoglienza e dove dal 1 luglio 2017 ben 75 rifugiati hanno avuto possibilità di vivere dignitosamente svolgendo tirocini, frequentando corsi di formazione, conseguendo titoli, trovando lavoro e alloggio. Misteriosa soprattutto per l’ostinato silenzio in cui si è trincerata la maggioranza, che sicuramente avrà il suo “piano B” per garantire la doverosa protezione interazionale in città, ma non si decide a metterlo sul tavolo. E per ora, e anche questo assolutamente a fari spenti, si è limitata a saltare giù dal treno di un eccellenza ministeriale riconosciuta, apprezzato da tutti gli schieramenti e nei quattro angoli dello stivale, e che ha fatto arrivare in città nell’ultimo triennio 1,5 milioni.

A cercare di fare un po’ di chiarezza sarà la commissione comunale competente, di cui il centrosinistra compatto ha chiesto l’immediata convocazione. «Abbiamo presentato immediata richiesta di convocazione della quinta – sottolineano i consiglieri Dem Giuseppe Masala, Fabio Pinna, Giuseppe Mascia e Carla Fundoni – affinché si possa audire l’assessore ai Servizi Sociali e conoscere le ragioni di tale scelta. Ci auguriamo davvero che il progetto non venga bloccato e soprattutto non si vada a disperdere un eccellente e faticoso lavoro di integrazione e di inclusione svolto dall’amministrazione comunale, dagli enti coinvolti nel progetto Sprar, dalle associazioni di volontariato, dalla città tutta. Se troveremo irragionevoli le tesi che giustificheranno tale scelta ci opporremo con forza in tutte le sedi istituzionali, politiche e sociali affinché Sassari possa continuare a rappresentare una città accogliente, inclusiva e solidale». «Campus si vanta di fare solidarietà in Africa portando assistenza medica – e questo è ammirevole – e poi affonda le buone pratiche di accoglienza degli immigrati nella sua Città – attacca l’ex sindaco Nicola Sanna – credo davvero che al netto di tutto sia un cattivo esempio che mortifica i progressi fatti dal Comune, dall’Università e dalla città nel suo insieme. Il sistema Sprar, attivato con il mio mandato amministrativo, ha portato in città un buon esempio di accoglienza e gestione umanamente dignitosa e rispettosa degli immigrati a cui è stato riconosciuto lo status di rifugiato. Qui hanno potuto studiare all’università, imparare un mestiere e cominciare a vivere del proprio onesto lavoro. Queste persone sono state seguite individualmente nell’apprendimento della lingua e cultura italiana, nel valorizzare la propria capacità lavorative o di studio, grazie ad un finanziamento dello Stato che in questi ultimi tre anni è stato di circa 500mila euro all’anno, necessari per pagare gli affitti a sassaresi proprietari degli appartamenti. I denari sono serviti a dare lavoro a giovani professionisti sassaresi: assistenti sociali, operatori linguistici e culturali, artigiani. Inoltre con il meccanismo Sprar si è attivata la clausola di legge per la quale non possono essere destinati in città più di 2 immigrati ogni mille abitanti, proprio per evitare ammassamenti di persone, difficilmente gestibili in modo serio e ordinato». (g.bua)

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