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Sassari

Alghero, paziente cade dalla barella: l’Ats la risarcisce

Alghero, paziente cade dalla barella: l’Ats la risarcisce

L’azienda sanitaria condannata a pagare 19mila euro a una 84enne ricoverata all’ospedale

23 gennaio 2020
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SASSARI. Era arrivata al pronto soccorso di Alghero a bordo di un’ambulanza del 118 dopo essere stata investita da una macchina nel centro della città catalana.

Se l’era cavata con qualche frattura Battistina Falchi, pensionata di 84 anni, ma invece di tirare un sospiro di sollievo per la scampata tragedia e affidarsi finalmente alle cure dei medici, poco dopo il ricovero la donna aveva scoperto a sue spese che l’ospedale non sempre è il posto più sicuro per un ferito. L’anziana paziente affidata dal figlio e dai soccorritori del 118 a medici e infermieri del pronto soccorso del “Regina Margherita”, poco dopo l’arrivo in corsia era caduta da una barella – in cui non erano state sollevate le spondine – mentre cercava di prendere un bicchiere d’acqua.

Alle fratture per l’investimento si erano aggiunti un ematoma al volto e uno alla rotula. I suoi familiari – attraverso gli avvocati Fabrizio Deiana e Marco Piras – avevano portato in giudizio l’azienda sanitaria locale di Sassari e i giorni scorsi, a distanza di quasi sei anni dai fatti, il giudice Paola Irene Calastri, della seconda sezione civile del tribunale di Sassari ha dato loro ragione. L’azienda sanitaria, ora Ats - Azienda per la tutela della salute, è stata condannata a risarcire l’anziana paziente con poco più di 19mila euro.

L’episodio si era verificato a metà giugno del 2014. Battistina Falchi era stata urtata da un’auto e quando era arrivata al pronto soccorso era stata adagiata su una vecchia barella, ma nessuno aveva pensato di metterla in sicurezza tirando su le sponde. «L’utilizzo delle spondine del letto – ha scritto il giudice nella sentenza – avrebbe dovuto essere una delle principali misure preventive da adottare, unitamente alla stretta sorveglianza della paziente».

A maggio dello scorso anno dopo un episodio simile, finito però in tragedia con la morte di una donna di 93 anni, a rispondere del decesso erano stati chiamati i vertici dell’Ats Sardegna. Il sostituto procuratore Paolo Piras, titolare dell’inchiesta, aveva iscritto infatti nel registro degli indagati il direttore generale dell’Ats, il direttore sanitario, il direttore di presidio e il direttore di area. (l.f.)

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