La Nuova Sardegna

Sassari

Spunta un teschio, mistero a Sorso

Salvatore Santoni
Spunta un teschio, mistero a Sorso

Il post di un archeologo indipendente ha fatto scattare l’allarme, sull’episodio indagano i carabinieri

27 gennaio 2020
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SORSO. Il panico ha cominciato a correre sui social intorno alle 11 con un post che comincia così: «Buongiorno, aiutatemi…». In primo piano ci sono tre foto del cantiere Bulgas – quello della fibra ottica e della rete del gas – aperto nei quartieri nella parte alta di Sorso. Due scatti sono delle trincee di scavo e una di un teschio umano all’interno di una scatola poggiata sull’asfalto. «Sono stato presto informato ieri sera – prosegue il post – di questa nuova e meravigliosa scoperta nella nostra Sorso in zona di via Sardegna durante gli scavi per dei lavori!». E ancora: «Spero ora che facciano approfonditi studi e non insabbino l’ennesima scoperta del nostro grande territorio!!! Come diceva la scienziata e ricercatrice Marie Curie: nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire». Protagonista dell’allarme è Antonio Fonsa, ricercatore indipendente innamorato dell’archeologia e di Sorso, che dal suo profilo Facebook dopo aver chiesto l’intervento delle forze dell’ordine.

Già dal primo pomeriggio il post ha raggiunto centinaia tra reazioni e commenti, e ha sfiorato le 200 condivisioni. E, come succede in questi casi, la notizia ha suscitato stupore e anche indignazione, soprattutto dagli utenti sorsensi del social network. Anche per questo il ritrovamento del teschio è cominciato come un mezzo giallo, che però nel corso della giornata è sbiadito di ora in ora. Soprattutto quando hanno cominciato ad arrivare le smentite degli operai in forza al cantiere. E poi quelle degli ingegneri e dei geometri della ditta.

In via Sardegna è intervenuta una pattuglia dei carabinieri di Sorso. I militari, guidati dal comandante Alessandro Masala, hanno preso sul serio la segnalazione avviando fin da subito le prime verifiche sulla vicenda. E come prima cosa era necessario recuperare il reperto. Il fatto è che gli operai della ditta hanno riferito di non aver rinvenuto alcun teschio e, più in generale, che dalle viscere di via Sardegna – notoriamente rocciose – non è emerso proprio un bel niente. E poi sono partite molte, moltissime telefonate incrociate tra addetti ai lavori, amministratori e investigatori. E c’è anche chi per cercare di verificare la notizia ha pranzato con la cornetta incollata all’orecchio.

La notizia è arrivata fino in municipio, scomodando sindaco e assessori, che si sono attivati a vari livelli per capire che cosa fosse accaduto nel cantiere. In altri termini, mezza città è andata in subbuglio alla ricerca di questo teschio che sembrava svanito nel nulla. In Soprintendenza – sì, hanno coinvolto anche loro – si è cominciato presto a parlare apertamente di fotomontaggio, o comunque che si tratti di una foto scattata da qualche altra parte, in altri cantieri, ma non di certo a Sorso. Anche perché il cantiere del Bulgas era – e lo è tuttora – costantemente monitorato dagli archeologi.

Anche per questo risulterà schiacciante per le indagini sentire l’autore della segnalazione. Prima di tutto per capire se l’autore dello scatto è proprio lui oppure no, e poi per raccogliere ogni indicazione utile per chiarire la faccenda. Tutto sembra delineare qualcosa che non è mai accaduto, che però prima di essere derubricata a fake news necessita ancora di un supplemento di verifica da parte degli inquirenti. È soltanto questione di tempo.

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