La Nuova Sardegna

Sassari

Attacco al carcere dal profilo del Garante

di Gianni Bazzoni
Attacco al carcere dal profilo del Garante

Accuse dai familiari di Griner, detenuto 41 bis che ha ferito un agente. Il messaggio rilanciato da Unida nella sua bacheca fb

27 gennaio 2020
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SASSARI. Qualche giorno fa ha aggredito un agente della polizia penitenziaria conficcandogli una penna in faccia e rischiando di lesionargli un occhio. Ora i suoi familiari - con un post pubblicato sul profilo facebook del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale Antonello Unida, che poi lo ha rilanciato - denunciano che a Bancali c’è qualcosa che non va e usano termini pesanti. Parlano anche di una presunta aggressione ai danni del loro congiunto. Lui è Filippo Griner, 38 anni di Andria, recluso nel carcere di Bancali in regime di 41bis , e la moglie Maria Pistillo sabato pomeriggio ha depositato una querela ai carabinieri della compagnia di Andria dove si è presentata insieme al padre del detenuto e a una sorella. Sarà una inchiesta dell’autorità giudiziaria a chiarire gli aspetti della vicenda, e forse già oggi si potrebbero conoscere elementi ulteriori. Intanto si può prendere atto dell’insolita iniziativa dei familiari di un detenuto della sezione di massima sicurezza che scelgono la bacheca del profilo del Garante comunale per lanciare accuse pesanti sul funzionamento della struttura carceraria sassarese, fino a sostenere che il loro congiunto sarebbe stato “pestato dalle guardie”. Sotto il post oltre cento commenti e condivisioni, un vortice pericoloso come tutte le incursioni sui social che si trascinano dietro ogni cosa.

Come succede quando si tratta di 41 bis, dal carcere non trapela niente. E il Garante che ieri pomeriggio si è presentato a Bancali con l’intenzione di verificare le effettive condizioni di Filippo Griner ha dovuto prendere atto del cortese invito a tornare questa mattina. Cosa che farà uno dei difensori del recluso, l’avvocata Maria Teresa Pintus.

Ma cominciamo da capo. Venerdì mattina un agente del Gom in servizio a Bancali viene ferito al volto da un detenuto che lo colpisce con una penna. Il tappo gli resta conficcato in faccia. Soccorso e accompagnato in ospedale viene operato e i medici gli assegnano una prognosi iniziale di 20 giorni di cure. Il detenuto è Filippo Griner, viene immobilizzato e disarmato, “lo strumento” sequestrato. Una operazione non semplice, tanto che ci sarebbe stata una colluttazione tra agenti e il recluso.

Il suo avvocato Giangregorio De Pascalis nel pomeriggio ha un appuntamento per il colloquio telefonico ma non riesce a parlargli perchè da Trani gli comunicano che “non c’è linea con Bancali”. Ancora non è informato di quanto accaduto nella mattinata. Lo scopre il giorno dopo.

Sabato nel primo pomeriggio, la moglie di Griner va dai carabinieri di Andria. Racconta - e mette a verbale - che alle 12,30 dal carcere di Trani è stata messa in contatto telefonico con il marito recluso a Bancali. «Solitamente faccio parlare prima i bambini – racconta – ma oggi Filippo ha chiesto di passare subito il telefono a me. Con voce flebile mi ha detto che intorno alle 7 circa 20 guardie lo avevano massacrato di botte e che gli sanguinava il petto. Io ho cercato di tranquillizzarlo ma lui mi ha detto di avvisare subito i nostri avvocati». Nella denuncia, la donna ha chiesto «di poter avere notizie aggiornate sullo stato di salute di mio marito, anche perchè i legali non potranno avere un colloquio con lui prima di martedì». La moglie di Griner ha anche sottolineato di avere visto il marito nel colloquio del 23 dicembre dello scorso anno (è previsto un incontro al mese per i reclusi del 41 bis) e di non avere notato situazioni anomale. Il prossimo colloquio dovrebbe avvenire a febbraio. Intanto i legali del detenuto hanno inviato una richiesta con posta elettronica certificata per chiedere chiarimenti e un colloquio con il loro assistito. Sull’episodio già oggi scatteranno ulteriori accertamenti in relazione all’aggressione all’agente della polizia penitenziaria e ad eventuali fatti che potrebbero essersi verificati successivamente e dei quali, al momento, non esiste alcuna certezza. Tra l’altro negli ambienti interessati dalla vicenda sono operative le telecamere che registrano quello che accade.

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