La Nuova Sardegna

Sassari

Il rettore: "Mattarella ha scelto noi, Sassari diventa un simbolo"

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

La soddisfazione di Carpinelli per la visita del presidente il 24 febbraio: "Manderà un messaggio a tutte le università, che onore"

08 febbraio 2020
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Lo scorso ottobre eravamo al Quirinale, per un incontro di studio sulla presidenza Segni e il ruolo internazionale dell’Italia. Io, che aprivo gli interventi, e Mario Segni, presidente della Fondazione dedicata a suo padre. Un momento importante, in cui l’università e la città di Sassari erano protagoniste. A margine dei lavori parlavamo con Mariotto, concordando sulla levatura del presidente Mattarella, su quanto il suo ruolo, e lo “stile” con cui lo esercitava, fosse fondamentale in un momento politico e storico così complesso. E lì c’è venuta l’idea: perché non chiedergli di venire a Sassari, il giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico? Perché non chiedergli di scegliere Sassari per mandare un messaggio sull’importanza dell’università in Italia? L’ho fatto, e la sua risposta è stata entusiasta. Ha detto che sarebbe venuto con enorme piacere. E con piacere ancora più grande ci prepariamo ad accoglierlo».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.16238795:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.16238795:1654527709/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

È decisamente una chiusura col botto quella che il rettore Carpinelli è riuscito a mettere in piedi per il suo mandato, in scadenza tra nove mesi. La visita di Sergio Mattarella infatti, dopo due mesi di laboriose limature delle rispettive segreterie, ci sarà. Il 24 febbraio. E sarà, per la prima volta nella secolare storia dell’ateneo turritano, dedicata all’apertura del 158º anno accademico. «Altre due volte – ricorda Carpinelli – Presidenti della Repubblica erano venuti a Sassari per importanti ricorrenze legate all’università: Antonio Segni nel 1962 per il centenario, e Giorgio Napolitano nel 2012 per i 150 anni. Ma nessuno espressamente per l’apertura dell’anno accademico. Può sembrare una differenza di poco conto, ma invece il valore simbolico è altissimo. Mattarella viene a Sassari per rendere onore alla sua università. E sceglie l’ateneo sassarese per salutare tutte le università di Italia. Un fatto che non può che inorgoglirci, e ricordarci del “blasone” e del peso storico che abbiamo. E che dobbiamo usare e valorizzare per proporci al mondo».

Radici nel passato e sguardo al futuro, legame col territorio e apertura al mondo. Tutte parole d’ordine del rettore manager, che, pur promettendo «altri botti» prima di lasciare l’ermellino, non può esimersi dal tracciare un bilancio dei suoi cinque anni alla guida dell’università sassarese. «La presenza di Mattarella è la perfetta sintesi di quello che è stata la mia aspirazione dal primo giorno di lavoro – spiega – mirare all’eccellenza. Solo nell’ultimo anno abbiamo messo sul piatto un piano di investimenti da 5 milioni e mezzo. Con una scuola superiore nuova di zecca, e altri due corsi che si aggiungono a una offerta mai stata così ricca. Un milione e mezzo distribuito tra i ricercatori, e un altro milione messo su aule e strumentazioni. Reclutamento sempre aperto e una miriade di piccoli e grandi progetti, dentro cui l’università è sempre presente, e quasi sempre in prima fila. E lo sguardo fisso sul mondo. Spingendo su internazionalizzazione e mobilità studentesca. E dando forte impulso ai doppi titoli e alle lauree internazionali».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.10986019:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.10986019:1654527709/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Profilo che ha attirato l’attenzione del Presidente. «Vi assicuro – sottolinea Carpinelli – che Mattarella sapeva bene cosa l’Ateneo turritano fosse, non solo nella storia che da uomo di raffinata cultura conosceva a perfezione, ma anche nel presente. E lo dimostra il fatto che di quell’appuntamento di ottobre eravamo protagonisti. Il suo staff poi non lascia davvero nulla al caso. E tutto è stato vivisezionato, compreso il mio curriculum. Ripeto, il valore simbolico di questa visita è grande, e i simboli non si usano con leggerezza». Cosa poi l’Ateneo costruirà intorno al Cameo della visita del presidente ancora non è dato saperlo nei dettagli. Se non per il nome dell’autore della consueta “lectio magistralis”, anch’esso dal grande valore simbolico. «Sarà – racconta Carpinelli – Carlotta Sami. Portavoce per il sud Europa dell'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Unhcr. Anche qui portiamo avanti fino in fondo la linea scelta per ridare all’apertura dell’anno accademico un rilievo “politico”, nel senso più alto del termine. Testimonianza del ruolo da protagonista che l’Ateneo deve avere nell’affrontare i temi più rilevanti».

Eccellenza, protagonismo, levatura accademica, managerialità. Un elenco della spesa pesante da lasciare al successore. «Tanto è stato fatto in questi anni. Per riportare Sassari in cima alla considerazione del mondo accademico nazionale e internazionale. Io so per certo che dentro il nostro Ateneo ci sono le eccellenze necessarie per continuare questo cammino, virtuoso, che tutti insieme abbiamo intrapreso. Spero che non si cada nella tentazione di ragionare con logiche diverse, al ribasso. Sassari e la sua università non lo meritano».

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative