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Sassari

«Lo vedrete in manette» ma nei guai finisce lui

di Nadia Cossu
«Lo vedrete in manette» ma nei guai finisce lui

Calunnie al comandante della municipale di Ploaghe, 45enne a processo L’imputato è di Codrongianos. Sini: «Diceva a tutti che maltrattavo i colleghi»

15 febbraio 2020
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PLOAGHE. Diffamato e calunniato. Accusato di aver commesso abusi e irregolarità durante il suo lavoro. Tutto rivelatosi poi infondato in seguito alle indagini fatte dai carabinieri.

Ieri mattina davanti al giudice Elena Meloni il comandante della polizia locale di Ploaghe, Giorgio Sini, ha raccontato il periodo tormentato vissuto in seguito «alle calunnie di quell’uomo». L’imputato è Alessandro Marini, un 45enne di Codrongianos che ora per le accuse rivolte al comandante è finito a processo.

A giugno del 2016, vicino a un bar di Ploaghe, parlando con un’altra persona avrebbe detto: «Il comandante dei vigili urbani Giorgio Sini lo farò degradare, vedrai». Secondo quanto raccontato ieri in aula dalla parte offesa, l’imputato non avrebbe perso occasione per diffamare il comandante. Un giorno, all’interno di un altro locale del paese, avrebbe invece annunciato ai presenti: «Vedrete presto uscire in manette dal Comune il comandante dei vigili urbani signor Giorgio Sini e le manette ai polsi gliele avrò fatte mettere io».

«Diceva che giravo armato con una pistola molto pericolosa – ha raccontato Sini – quando chi mi conosce sa bene che le armi sono l’ultima cosa che mi interessa. E non porto mai la pistola con me. Andava anche in giro a dire che trattavo male i colleghi dell’ufficio quando io ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti». Continue insinuazioni che lo avevano costretto a tutelarsi e a rivolgersi all’avvocato Maurizio Serra che lo assiste in questa vicenda giudiziaria e nel processo con la costituzione di parte civile.

Alessandro Marini aveva anche inviato una lettera al sindaco e alla segretaria del Comune di Ploaghe «con la quale attribuiva al Sini – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio del pm – un atteggiamento censurabile e difforme dai doveri d’ufficio».

E ancora, in un’altra occasione, stavolta in un bar pizzeria di piazza San Pietro sempre a Ploaghe, avrebbe riferito di essere riuscito «a ottenere qualche provvedimento nei confronti del comandante dei vigili urbani affermando falsamente che gli era stato ridotto lo stipendio». Tutte circostanze che hanno determinato la contestazione del reato di diffamazione, oltre a quello di calunnia.

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