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Sassari

Platamona si prepara per un’estate appiedata

di Salvatore Santoni
Platamona si prepara per un’estate appiedata

Stop al posteggio selvaggio e nuovi stalli non disponibili prima del 2022 Aspettando di mettere mano a Pul e Puc si lavora a bike sharing e navette

16 febbraio 2020
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SORSO. Dall’annuncio in pompa magna a media unificati sono passati quasi dieci anni, ma ora la rivoluzione del Comune di Sorso è a un passo ad alzare il sipario sul nuovo volto di Platamona fatto di piste ciclabili e discese a mare green. Se tutto andrà liscio le ruspe saluteranno la litoranea durante l’estate, ed è già chiaro qual è il problema che si porrà un minuto dopo: l’emorragia di parcheggi. Lo ha capito bene anche il sindaco di Sorso, Fabrizio Demelas, che nei giorni scorsi si è presentato in commissione Lavori pubblici ad annunciare la strategia della sua amministrazione per correre ai ripari. I nuovi stalli, Regione permettendo, verranno realizzati non prima del 2022. Nel frattempo l’idea è di potenziare il trasporto pubblico e accelerare col discorso del bike sharing.

Serve tempo. Il primo cittadino ha fatto una ricostruzione storica di problemi della costa parlando dei parcheggi realizzati nel passato «devastanti dal punto di vista dell’erosione costiera, che hanno compromesso la vita del sistema dunale» e ponendo un interrogativo: come si arriva al mare senza l’auto? «Se possibile non dobbiamo rinunciare ai parcheggi – ha spiegato Demelas –. Certo, mille stalli farebbero comodo a tutti, ma c’è una questione giuridico-normativa che impedisce di fare scelte d’impeto». La soluzione a breve termine dell’amministrazione comunale è il potenziamento della mobilità sostenibile. «Per attutire l’impatto della riduzione dei parcheggi – ha detto ancora il sindaco – ci sono delle soluzioni che passano attraverso la pianificazione. C’è già quella del Puc e un altro strumento è il Pul, per il quale è in corso un lavoro di revisione atto a individuare aree da destinare alla sosta. I tempi sono lunghi: ci vuole non meno di un anno e mezzo».

Privati fermi. Il Puc - approvato dall’ex amministrazione guidata da Giuseppe Morghen - ha già affrontato il problema dando una prima risposta: i parcheggi di interscambio. Una soluzione legata anche al vecchio Pum, e quindi nella logica dell’area vasta di Sassari. Queste aree hanno però due problemi sostanziali: sono lontane dalle spiagge, e quindi richiedono servizi navetta, ma, soprattutto, sono terreni in mano ai privati. Significa che il successo della mobilità alternativa dipende tutto dalla loro volontà. E purtroppo a nessuno sembra interessare investire su questa soluzione. L’ipotesi di esproprio – per attrezzare le aree di iniziativa pubblica – è vista in Comune come un’eresia: costerebbe troppo, i tempi sono lunghi, e via dicendo.

Villaggi nel mirino. Il vero tesoretto dei parcheggi si trova all’interno dei villaggi turistici costruiti a Platamona tra gli anni 70 e 80. L’amministrazione comunale sa bene che dietro i loro cancelli radiocomandati ci sono migliaia di stalli privati che in realtà dovrebbero essere a disposizione di tutti. Non sono diventati pubblici soltanto perché le lottizzazioni non sono state perfezionate e collaudate, e quindi le urbanizzazioni mai acquisite dal Comune. Questa anomalia va letta alla luce di un dato poco dibattuto quando si parla di fascia costiera. Lo ha spiegato bene il capo dell’Urbanistica, l’ingegnere Mario Cappai, utilizzando un paragone che rende bene l’idea: «La nostra spiaggia è come un teatro, ci sono posti limitati e alcuni sono anche prenotati per gli abbonati». Dai calcoli contenuti nel Pul di Sorso emerge che la spiaggia di Platamona può ospitare complessivamente 30mila persone, comprese quelle dei villaggi turistici, che rappresentano l’80 per cento dei potenziali bagnanti (gli abbonati sono proprio loro).

«É vero che nella visione comune non abbiamo abbastanza parcheggi – ha precisato l’ingegnere – ma in termini urbanistici i posti ci sono e vengono utilizzati. Ce li siamo giocati male nel passato». Ecco perché reperire nuovi parcheggi sul mare – o meglio ottenere il via libera dalla Regione a farne altri – è diventato un rebus. E per trovare la soluzione bisognerà attendere almeno fino al 2022: il tempo necessario per mandare in porto la variante al Pul.

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