La Nuova Sardegna

Sassari

Carpinelli: «Un onore per l’Ateneo e la città»

Carpinelli: «Un onore per l’Ateneo e la città»

Il rettore: «Mettiamo in mostra le nostre eccellenze di fronte a un’eccellenza della nostra Nazione»

20 febbraio 2020
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SASSARI. Il presidente della Repubblica e il ministro dell’Università. A cui mostrare le «eccellenze del nostro Ateneo» che diventa «simbolo dell’importanza della cultura e della formazione per il futuro del nostro Paese» e vede riconosciuto nel più alto modo possibile «il suo status a livello nazionale e internazionale». Non nasconde la soddisfazione il rettore Massimo Carpinelli, mentre annuncia il programma della giornata di lunedì, apertura del 458° anno accademico dell’Università di cui e alla guida da 5 anni abbondanti e il cui rettorato lascerà tra circa nove mesi «con il 30 per cento in più di matricole, i conti in ordine, una vocazione internazionale consolidata e riconosciuta, una propensione naturale all’accoglienza e all’inclusione, perché un’università può essere grande solo quando è aperta, e noi siamo aperti al mondo».

Pillole di un “boom” che si è sentito fin dentro le stanze del Quirinale, e che ha permesso al rettore, aiutato da Mario Segni, di armarsi del necessario coraggio per chiedere a Mattarella «l’onore di aprire, per la prima volta nella storia del nostro ateneo, l’anno accademico. Proposta accettata con entusiasmo, a conferma del buon nome di cui Sassari gode». Conferma raddoppiata dall’ulteriore ospite che accompagnerà il presidente: il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi «Uomo di università – sottolinea Carpinelli – già presidente della conferenza dei rettori, con cui ho avuto modo di confrontarmi spesso, e che conosce bene i problemi ma anche le incredibili potenzialità del mondo accademico».

E, ciliegina sulla ricca torta, la lectio magistralis di Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il sud Europa e da più di 15 anni protagonista nell'ambito delle relazioni internazionali, dei diritti umani e degli interventi umanitari. «Presenza con la quale – continua il rettore – confermiamo la levatura accademica, ma anche il valore politico, dei nostri ospiti. Si parlerà di rifugiati e opportunità, sperando di sfatare tanti luoghi comuni».

Un saluto in grande stile insomma. «E un tributo a una Università e una città – chiude Carpinelli – che hanno i piedi piantati in un glorioso passato, ma devono sempre più guardare con ottimismo ed energia al futuro». (g.bua)

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