La Nuova Sardegna

Sassari

Al via il terzo processo per il sequestro Pinna

Al via il terzo processo per il sequestro Pinna

Giovanni Sanna “Fracassu” è stato rinviato a giudizio dal gup di Cagliari È considerato tra gli ideatori e gli autori del rapimento. Prima udienza a luglio

22 febbraio 2020
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SASSARI. Inizierà il 6 luglio prossimo davanti alla Corte d'Assise di Sassari il processo nei confronti di Giovanni Sanna, il 52enne di Macomer, accusato dalla Procura distrettuale antimafia di concorso nel sequestro di Titti Pinna, l’allevatore di Bonorva rapito il 19 settembre 2006 e fuggito il 28 maggio 2007 dall'ovile in cui era stata rinchiuso dopo 8 mesi di durissima prigionia che lo avevano portato quasi alla morte.

Ieri mattina il Gup del Tribunale di Cagliari, Massimo Poddighe, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del procuratore aggiunto della Dda, Gilberto Ganassi, nell’ambito dell'inchiesta-ter e dopo anni di indagini iniziate nel 2014 quando Sanna era già in carcere a Bancali per una rapina nell’abitazione del titolate di una catena di supermercati a Sassari. Nell’avviso di conclusione delle indagini, all’imputato - difeso dall'avvocata Desolina Farris - viene contestata la partecipazione a tutti i momenti del sequestro: dall’ideazione, all’esecuzione sino alla gestione dell’ostaggio.

Reati in concorso con Salvatore Atzas, Giovanni Maria «Mimmiu» Manca e Antonio Fadda, tutti già condannati in via definitiva rispettivamente a 30, 28 e 25 anni di reclusione. Giovanni Sanna era stato individuato dagli investigatori della sezione Antisequestri della squadra mobile di Sassari - gli stessi che hanno lavorato dal 2006 all’attività che ha già portato in carcere e a condanne definitive Salvatore Atzas (30 anni), Giovanni Maria “Mimmiu” Manca e Antonio Faedda.

L’uomo era rimasto sempre sotto la lente degli inquirenti che hanno operato sotto la direzione e il coordinamento del pubblico ministero della Dda di Cagliari Gilberto Ganassi. A Giovanni Sanna “Fracassu” viene contestato il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione in concorso. L’indagine non si è mai fermata e dopo le prime due fasi, è stata imboccata quella ter. A Giovanni Sanna era stata contestata la partecipazione a tutti i momenti del sequestro: quindi l’ideazione, la materiale esecuzione e la gestione. Un ruolo di primo piano - secondo le risultanze della Dda quello svolto da Giovanni Sanna. Compresi i contatti con il custode dell’ostaggio Salvatore Atzas, con Giovanni Maria “Mimmiu” Manca e con gli altri componenti della banda. E con uno spaccato che riguarda l’incontro con padre Pinuccio Solinas, avvenuto la notte del 26 settembre 2006, al passaggio a livello di Mulargia.

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