La Nuova Sardegna

Sassari

Asinara “parco di tutti” per rilanciare l’economia

di Gianni Bazzoni
Asinara “parco di tutti” per rilanciare l’economia

Il nuovo direttore Vittorio Gazale: «Un campus universitario a Campo Perdu» Il vice presidente Antonio Diana: «Riavviare aziende agricole e allevamenti»

24 febbraio 2020
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SASSARI. «Il sogno? Vedere Cala d’Oliva non riservato solo ai forestali o alle persone che sono lì per fare ricerche limitate a qualche periodo dell’anno: il borgo deve essere abitato e vissuto tutto l’anno, solo così si risolvono definitivamente i problemi cronici dell’acqua, dei trasporti e dei servizi in generale».

Vittorio Gazale è da poco “tornato” all’Asinara, il Parco nazionale che conosce molto bene e per il quale ha in testa - da direttore - il futuro. Insieme ad Antonio Diana, sindaco di Stintino e vice presidente del Parco che nei prossimi giorni si avvia a concludere la sua esperienza di amministratore dell’isola-parco, ha definito nei giorni scorsi un bilancio da 11 milioni di euro che rappresenta una “dote” fondamentale per le aspirazioni di tutto il territorio. Un record per un Parco nazionale.

«Si deve capire che l’Asinara è un riferimento per tutto il nord-ovest della Sardegna – sottolinea Antonio Diana, e non a caso è un Parco nazionale al quale deve guardare con attenzione la Rete Metropolitana, con investimenti veri che devono andare nella giusta direzione. Immagino attività finalizzate alla crescita del Parco così come si realizzano altre iniziative nei territori comunali di competenza».

L’idea è sempre la stessa, mai messa in discussione nonostante le polemiche che ogni tanto hanno soffiato alimentando un campanilismo che non ha ragione di esistere: «É il Comune di Porto Torres che ha le competenze amministrative sull’Asinara – continua Diana – e questo è un concetto fondamentale, ma è altrettanto vero che non si deve isolare e non va lasciato solo nello svolgimento di compiti che sono rilevanti».

L’Asinara è una eccellenza riconosciuta, pur con le difficoltà che ancora oggi si porta dietro. «Sì, un bene che non viene utilizzato al meglio – afferma il direttore Vittorio Gazale – e per questo occorre insistere nell’attuazione dei progetti, nel completamento del Piano del Parco, che ora esiste, per offrire ulteriori opportunità al territorio. Lo dobbiamo soprattutto ai circa 7mila disoccupati di Porto Torres e agli altri delle realtà limitrofe».

A volte, anche solo per banalità, l’immagine del Parco è stata offuscata e il risultato è stato scontato: spazio solo alle criticità (che ci sono e non sono poche) e gli elementi positivi scaricati nel dimenticatoio, come se non esistessero.

«É facile che accada – dice Gazale – ma io parto da una constatazione incontestabile: oggi abbiamo la Carta Europea che certifica l’Asinara e il suo golfo come “destinazione turistica”. Dentro la Carta dobbiamo realizzare con operatori, enti e istituzioni 50 azioni che sono essenziali per dimostrare che meritiamo il riconoscimento europeo. E per riuscire nell’intento era necessario estendere il periodo delle concessioni e ora l’impegno dura 5 anni (tre anni per chi opera in mare). Così si può chiedere agli operatori di fare investimenti migliorativi che riguardano mezzi, strumenti e professionalità ».

Tra le criticità ce n’è una in particolare che si spera di risolvere in tempi brevi: il 95 per cento degli immobili è di competenza della Conservatoria delle coste della Regione Sardegna, e l’agenzia ha sede a Cagliari. «Non esiste – spiegano a una sola voce Diana e Gazale – che un servizio così importante stia fuori dall’Asinara e addirittura dal territorio, dall’altra parte della Sardegna. La nostra proposta è che venga aperto uno sportello della Conservatoria delle coste nella sede del Parco nazionale a Porto Torres. Una mossa semplice, estremamente utile e che risolverebbe una marea di problemi».

Sugli altri fronti la strada è tracciata, e l’Asinara si prepara anche ad accogliere un Campus universitario nella ex diramazione carceraria di Campu Perdu: «Una struttura simile a quelle inglesi e americane – racconta Gazale – che possa diventare un soggetto logistico anche per il Parco, ospitare laboratori e flussi di studenti con una attenzione specifica alla cura degli aspetti dell’educazione ambientale e della ricerca scientifica. Ci sono i fondi per la progettazione esecutiva messi a disposizione dal Ministero, dalla Regione e dallo stesso bilancio del Parco nazionale. Sarà una bella realtà».

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