La Nuova Sardegna

Sassari

«La casa dei topi è solo da abbattere»

«La casa dei topi è solo da abbattere»

I Riformatori chiedono un drastico intervento in piazza Colonna Mariana

25 febbraio 2020
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SASSARI. Dopo le segnalazioni da parte della Nuova Sardegna, il coordinamento cittadino dei Riformatori Sardi di Sassari riprende il “degrado tour”, iniziato più di cinque anni orsono e volto a evidenziare le situazioni di incuria e di abbandono presenti in città.

I riflettori vengono accesi su un monumento al degrado ribattezzato “la casa dei topi”, descritto nella prima puntata del servizio pubblicati nella cronaca di Sassari. «Ci riferiamo all’edificio posto all' angolo tra le vie Duomo e Margherita di Castelvi' che fa da orribile "tappo" a piazza Mazzotti. Siamo fermamente convinti che la politica per migliorare la propria comunità vada fatta quotidianamente e non solo a ridosso delle elezioni – attaccano il coordinatore cittadino dei Riformatori Michele Saba e il suo vice Gianfranco Tedde –. Per quanto riguarda questo orribile fatiscente immobile, siamo entrati in possesso di un documento protocollato n. 27597 del 2.7.1993 avente come oggetto una diffida dell'ex sindaco Borghetto che intimava agli allora proprietari di provvedere allo stato di grave incolumità pubblica, avvertendo che in caso di mancato adempimento sarebbe intervenuta in via sostitutiva l'amministrazione Comunale per la demolizione del fabbricato in questione». Sono passati quasi trent'anni e niente invece è cambiato.

«Il fabbricato in questione, fatto di mura fatiscenti che presentano grandi quantitativi di amianto a “bella vista”, sarebbe a guarnizione di un cornicione cinquecentesco praticamente invisibile. Da qui, negli anni, è subentrato il niet da parte della Sovrintendenza. E questo apre il discorso al rapporto troppe volte supino e cedevole delle amministrazioni comunali degli ultimi decenni. A nostro avviso sarebbe il caso, come più volte scrisse la compianta magistrata Simonetta Sotgiu di “porre rimedio all' ennesimo sopruso estetico da parte della Sovrintendenza che ha già costretto con i suoi astrusi vincoli, a tenere in piedi ruderi fatiscenti (vedasi hotel Turritana) vincolati per asserite qualità artistiche e storiche”».



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