La Nuova Sardegna

Sassari

La piazza canta Dimonios e fa festa con i sassarini

di Giovanni Bua
La piazza canta Dimonios e fa festa con i sassarini

Grande partecipazione per l’inaugurazione del monumento della Brigata Il sottosegretario Calvisi: «Punto di riferimento per le nuove generazioni»

25 febbraio 2020
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SASSARI. Dal presidente del consiglio regionale Christian Solinas all’arcivescovo Gian Franco Saba, passando per sottosegretari ed ex ministri, parlamentari, vertici di carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili del fuoco, dell’esercito, rappresentanti delle istituzioni a tutti i livelli, gli alunni delle quinte del Pertini-Biasi con le loro bandierine tricolori fatte in classe e le strofe di Dimonios entrate nel bagaglio con il quale si apprestano a lasciare le elementari. E tanta, tantissima gente. Che con lo scorrere della spettacolare mattinata di sole ha iniziato ad avvicinarsi sempre più numerosa alla “sua” piazza Castello, per nulla scoraggiata dalla improvvisa assenza del presidente della Repubblica Mattarella, e attirata dagli uomini e le donne della “Sassari”, schierati fin dalle 11 di fronte al monumento che aspettava di essere inaugurato da lì a poco. Una folla che esplode nel liberatorio e amatissimo “Dimonios”, quando il sottosegretario Calvisi e il generale Di Stasio, con la “leppa” del comandante, tagliano il nastro tricolore che consegna il monumento per la Sassari alla città.

«Una colonna di granito sardo che vuole essere anche un punto di riferimento per le nuove generazioni – commenta il sottosegretario Giulio Calvisi dopo l’inaugurazione – un luogo di riflessione sulle tragiche conseguenze dei conflitti e sull’importanza di fare tutto il possibile per mantenere un clima di pace. Un omaggio che conferma ulteriormente lo stretto legame tra i sardi e la Brigata Sassari, servitori del Paese, guidati dal loro motto “Sa vida pro sa Patria”».

L’opera, interamente realizzata con il granito donato dal comune di Alà dei Sardi e eretta da una squadra del 5° reggimento Genio guastatori di Macomer, ha un basamento in granito con sopra inciso un verso (scritto dal generale di Stasio) in onore dei militari della “Sassari”: «Solo chi ha conosciuto la durezza del suolo e l’asprezza della terra, può ammirare la bellezza del cielo». Sopra, una colonna dello stesso materiale che si staglia verso il cielo. Ai lati la scritta in oro “Forza Paris”. E, in cima, lo stemma storico della Brigata “Sassari” con il motto “Sa vida pro sa patria”. «Le scritte e lo stemma sono realizzati in ferro battuto – sottolinea il generale Di Stasio – un metallo non prezioso adoperato dai sardi nuragici, il cui utilizzo ha dato vita al nobile mestiere del fabbro». Di lato, una targa commemorativa che recita una frase pronunciata a Vicenza nei confronti della Brigata Sassari dal generale Armando Diaz, Duca della Vittoria, il 7 febbraio del 1918, all’indomani del primo successo italiano dopo Caporetto, l’epica conquista dei “Tre Monti”: “Voi non sapete, e forse non saprete mai, quanto avete fatto per l’Italia”.

Un monumento che da ieri diventa parte integrante della città, davanti a cui, anche dopo che da tempo la cerimonia è ormai conclusa, tutti si fermano a fare una foto, per suggellare una mattinata baciata dal sole, iniziata con l’improvvisa defezione dell’ospite d’onore e proseguita comunque con una grande, sentita e riuscitissima festa.Nel nome e nel solco della storia della Brigata Sassari.

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