La Nuova Sardegna

Sassari

Materno infantile, tempi lunghi

La Regione non ha concesso l’ok all’avvio dei lavori: manca la relazione sull’impatto del traffico

26 febbraio 2020
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SASSARI. Sembra ancora lunga la strada per l’apertura del cantiere del nuovo ospedale materno infantile. I lavori, che sarebbero già dovuti iniziare, non potranno partire prima che si concluda la procedura di valutazione di impatto ambientale da parte della Regione.

Procedura bloccata quando all’assessorato regionale per la difesa dell’Ambiente si sono resi conto nel progetto esecutivo che mancava la relazione sull’impatto, appunto, che l’intera costruzione avrà sulla viabilità locale, e in particolare i riflessi sulla circolazione degli ottocento nuovi stalli che dovranno essere realizzati a servizio del centro sanitario.

Perciò gli uffici regionali avevano chiesto un’integrazione della documentazione all’Azienda ospedaliero universitaria che ha appaltato la realizzazione dell’opera a un raggruppamento di imprese e studi professionali. La relazione mancante dovrebbe arrivare entro la prima settimana di marzo a Cagliari, dando una prima scossa a un iter che si era allungato al di fuori delle previsioni.

Ma i tempi di sblocco della pratica di Via non sono dietro l’angolo. Una volta ricevuto da Sassari il faldone con tutti i dati richiesti, la Regione ha 45 giorni di tempo per dare una risposta. Nell’ipotesi, e c’è da augurarselo, che sia positiva, dovrà essere indetta una conferenza di servizio e successivamente dovranno essere incaricati professionisti esterni come “verificatori” del procedimento amministrativo. Per esprimere il loro parere avranno a disposizione sessanta giorni. Soltanto allora, l’Aou potrà deliberare l’approvazione del progetto esecutivo e dare avvio al cantiere.

Fatti i calcoli, ad essere ottimisti, è difficile che prima dell’autunno si possano vedere gli operai al lavoro nell’area dove è stato abbattuto il Palazzo rosso e che è stata individuata per la costruzione del nuovo complesso materno infantile. Che dovrà ospitare, appunto, i reparti di ginecologia, ostetricia, neonatologia e pediatria, alloggiati in un edificio sempre meno adatto ad ospitare servizi così delicati. Una struttura vecchia, che ha necessità di manutenzioni continue e che non corrisponde più agli standard necessari per ospitare con comfort puerpere, neonati e bambini. Oggi ancora più del passato perché con la chiusura del punto nascite del Policlinico, il palazzo di viale San Pietro è diventato ancora più inadatto alle nuove esigenze che si sono create.

Ritornando alla questione dei parcheggi all’origine dello stop ai lavori, dovranno esserne costruiti 500 a nord, 220 coperti dove c’è ora il posteggio all’aperto dietro la clinica di Malattie infettive e altri 100 sotterranei al nuovo complesso. In totale in tutta l’area della cittadella sanitaria si arriverà quindi a un totale di un migliaio di stalli. Che generano traffico anche se consentono di raggiungere facilmente i reparti ospedalieri. E che insistono anche su una zona dove passa il trenino Sirio, attualmente fermo, anche lui, dopo il danneggiamento alla linea elettrica da parte della gru di un camion. (p.f.)

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