La Nuova Sardegna

Sassari

«Come faremo a vivere senza Elisa?»

di Luca Fiori
«Come faremo a vivere senza Elisa?»

Lo strazio dei genitori in ospedale. Dolore e incredulità in città e a Porto Torres dove la 15enne di Li Punti andava al liceo

02 marzo 2020
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SASSARI. «No, no, no, non può essere vero. E adesso, come faremo a vivere?». Le domande strazianti di Pierpaolo Riccobono e Gavina Cubeddu, genitori di Elisa, morta a 15 anni dopo una tragica caduta dalla moto guidata da un amico, l’altra notte in ospedale sono rimaste senza risposte. Nessuna spiegazione è concepibile e nessuna consolazione è possibile davanti a due genitori che hanno perso l’unica figlia.

Amava ballare Elisa e vederla in pista – con la dolcezza spensierata dei suoi 15 anni appena compiuti – era un’emozione. Sabato sera i grandi occhi castani della ragazzina dal viso angelico brillavano di gioia sulla pista del Palatenda di Li Punti, dove Elisa aveva trascorso la serata tra balli e risate, dopo aver partecipato alla sfilata di carri per le vie del quartiere. Anche lei, come altri ragazzi e ragazze della compagnia, aveva abbandonato un attimo la festa per provare la nuovissima Aprilia 125 di un amico più grande di due anni. Doveva essere un giro veloce e poi avrebbe ripreso a ballare con le amiche al Palatenda con la sua mascherina colorata da diavoletto. La corsa in moto verso Baldinca – con il vento in faccia e in testa i sogni di chi ha tutta la vita davanti – è finita però in tragedia all’uscita di una semicurva in via Lorenzo Auzzas.

L’Aprilia è diventata una scheggia impazzita dopo aver urtato con una ruota il marciapiede sulla destra di questo stradone che collega Li Punti a San Giovanni e che a quell’ora di sabato era quasi deserto.

Elisa e il suo amico hanno tentato di rimanere in sella, ma dopo qualche metro la moto si è messa di traverso e ha cominciato a scarrocciare sull’asfalto, per poi fermarsi a circa 100 metri dal punto dell’impatto con il cordolo del marciapiede.

Il 17enne è finito per terra con una gamba dolorante, mentre Elisa è andata a sbattere contro lo spigolo del muretto di cinta di un’abitazione a due piani che si affaccia proprio sulla strada.

«Abbiamo sentito un rumore fortissimo – racconta una pensionata che vive lì da una vita – e abbiamo pensato a uno sparo, poi siamo corsi in strada e abbiamo visto quei due ragazzi per terra». I soccorsi sono stati immediati. Pochi minuti dopo sul posto è arrivata un’ambulanza del 118 e per circa 20 minuti i medici hanno provato a far ripartire il giovane cuore di Elisa che si era fermato. I vigli del fuoco hanno illuminato la zona a giorno e gli agenti della polizia locale hanno deviato il traffico e tenuto i curiosi a distanza. La corsa in ospedale si è rivelata purtroppo inutile. Il cuore di Elisa non è ripartito e quando i suoi genitori sono arrivati al Santissima Annunziata è toccato ai medici del pronto soccorso trovare le parole per dare loro la più straziante delle notizie.

«No, non può essere vero – si sono disperati Pierpaolo Riccobono e Gavina Cubeddu – e ora come faremo a vivere?».

All’ospedale sono arrivati anche i parenti del 17enne e la madre, appreso della morte di Elisa, ha avuto un malore. Oggi il procuratore dei minori Elena Pitzorno affiderà l’incarico al medico legale per una ricognizione esterna del cadavere, poi Elisa verrà restituita all’amore immenso della sua famiglia. Elisa era figlia unica e frequentava il liceo sportivo di Porto Torres con ottimi risultati. La sua passione era il ballo e pochi mesi fa insieme alle altre ragazze della “Dance Floor” di Ottava aveva raccolto medaglie e soddisfazioni ai mondiali di categoria a Genova. «Ora – hanno scritto le amiche della Dance Explosion – balla tra gli angeli più belli in paradiso».

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