La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, portalettere senza protezioni: stop alle consegne

Luigi Soriga
Sassari, portalettere senza protezioni: stop alle consegne

L’assemblea dei lavoratori nella sede di Poste Italiane: «Così non stiamo operando in sicurezza»

17 marzo 2020
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SASSARI. I postini da oggi bloccano le consegne. Non ci sono mascherine e il recapito a domicilio di pacchi e corrispondenze espone i portalettere al rischio contagio. Così ieri mattina, nel parcheggio della sede di Poste Italiane di via XXV Aprile si sono ritrovati numerosi dipendenti, assieme ai rappresentanti sindacali. «Abbiamo fatto presente i nostri timori – dice un portalettere – non ci sentiamo assolutamente sicuri nel svolgere il nostro lavoro senza i dispositivi di protezione individuale». E spiega: «Utilizziamo tutte le precauzioni possibili, firmiamo noi i pacchi da ritirare inserendo gli estremi del decreto, manteniamo il metro di distanza evitando i contatti diretti. Ma a volte è impossibile non incrociare davanti all’ingresso di un condominio o in un cortile delle altre persone. E noi ogni giorno continuano ad effettuare moltissime consegne».

Il coronavirus infatti non ha rallentato più di tanto la mole di attività di Poste Italiane. Infatti, non uscendo più di case, una fetta consistente degli acquisti si è spostata sul versante on line. «Le consegne dell’e-commerce, di pacchi Amazon, sono numerose e quotidiane». I postini, in queste settimane, sono delle sentinelle attive nella città, che vivono sulla propria pelle le mutazioni di scenari e di abitudini.

«C’è un paesaggio di una desolazione unica. Muoversi nella città, tra le strade deserte, fa davvero impressione. Per noi a volte è davvero difficile, perché ti vengono a mancare anche dei servizi banali ma indispensabili, come un bar aperto che ti offra anche semplicemente un bagno per fare i bisogni. Noi stiamo ore in giro in motorino, con una tabella di marcia serrata. E adesso sembra davvero di muoversi in mezzo al nulla».

Da oggi però lo sciame di portalettere potrebbe smettere di setacciare in lungo e largo la città. «I vertici aziendali hanno capito le nostre paure, ma purtroppo non hanno nemmeno gli strumenti per venirci incontro. Le mascherine sono irreperibili a livello nazionale, non è un problema che riguarda solo Sassari. E le scorte disponibili vengono convogliate sulla sanità. Perciò l’unica cosa che possiamo fare per tutelare la nostra salute e quella dei nostri utenti, è fermarci un attimo e aspettare di poter lavorare in sicurezza».

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