La Nuova Sardegna

Sassari

Andrea, bloccato in Serbia in attesa di poter suonare

di Luca Fiori
Andrea, bloccato in Serbia in attesa di poter suonare

Il giovane direttore d’orchestra sassarese vive a Novi Sad da un paio d’anni Il virus è arrivato da quelle parti e fa paura: «Dalle 20 alle 5 c’è il coprifuoco»

19 marzo 2020
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SASSARI. Dall’emozione e l’orgoglio di portare il nome di Sassari in giro per l’Europa e di esibirsi sui palcoscenici più importanti del vecchio continente, alla paura e all’isolamento forzato in Serbia, dove l'emergenza sanitaria negli ultimi giorni ha portato il governo a indire un severissimo coprifuoco: dalle 20 di sera alle 5 del mattino non si può uscire di casa.

Andrea Solinas, sassarese di 34 anni, è un apprezzato direttore d'orchestra e fino a pochi giorni fa stava raccogliendo il frutto dei suoi studi di pianoforte al conservatorio di Sassari e di direzione d’orchestra al conservatorio di Milano.

La sua è una delle tante storie di sassaresi che in questi giorni difficili si trovano lontani dalla propria terra e dai propri cari e non sanno quando potranno rivederli.

Come tutti gli artisti anche Andrea viene retribuito solo se lavora e dunque alla paura e all'incognita per il futuro ora si aggiungono i problemi di natura pratica.

«La situazione è davvero drammatica, sia in termini umani che economici - spiega il direttore d’orchestra - noi musicisti non veniamo tutelati con i contratti artistici, quindi se un direttore d’orchestra o un cantante lirico prova per un mese intero ma alla fine non arriva alla performance per vari motivi, non viene retribuito. Tanti miei colleghi si trovano nella mia stessa situazione e ora come non mai c’è bisogno di farci sentire uniti e decisi nel raggiungere uno scopo univoco. In tutto questo ci sta aiutando anche un’associazione italiana, Assolirica, che si sta impegnando nel portare ai tavoli di lavoro le nostre problematiche e rispettive richieste».

Andrea Solinas ha lasciato Sassari a metà dicembre alla fine della stagione lirica. Dal 2012 collabora infatti con l’Ente Concerti “de Carolis” di Sassari e dal 2015 è il direttore musicale di palcoscenico all’interno della stagione operistica.

Da un paio d’anni il maestro sassarese si è trovato a viaggiare spesso tra la Serbia e la Turchia. In Serbia è molto apprezzato e infatti è il “guest conductor” del Serbian National Theatre di Novi Sad, dove attualmente vive. In Turchia a gennaio ha firmato un contratto per un anno come direttore d’orchestra al teatro di Samsun. Nell'ultimo mese però è cambiato tutto. «A Febbraio mi trovavo a casa in Serbia e già si parlava del coronavirus - spiega Andrea Solinas - in quanto c’erano già stati alcuni casi di contagio. Io dovevo tornare in Italia - si rammarica - perché avevo firmato un contratto come assistente direttore d'orchestra per il teatro Carlo Felice di Genova per la prima metà di marzo. Ho fatto appena in tempo ad arrivare in Italia e tre giorni dopo hanno chiuso tutti i teatri nazionali. Il 6 marzo sono riuscito a prendere l’ultimo volo disponibile per andare in Turchia per dirigere le “Nozze di Figaro” a fine mese, ma dato che la Turchia ha proibito l’ingresso di tutti i passeggeri che provenivano dall’Italia, sono dovuto tornare in Serbia per far trascorrere 14 giorni prima di accedere all’aeroporto di Istanbul. Così sono rimasto in Serbia e nel frattempo anche qui le cose si sono complicate con la chiusura di teatri e scuole». Ora nonostante abbia trascorso i 14 giorni di quarantena volontaria Andrea non potrà andare né in Turchia né tornare in Italia.

«Le giornate le trascorro in casa - spiega Andrea - esco solo per fare la spesa e porto avanti il mio studio e la lettura di buoni libri. «Cosa mi manca di Sassari? Mi mancano gli affetti familiari ovviamente - spiega il musicista - il profumo del mare e della macchia mediterranea, il buon cibo, quel senso di appartenenza ad una grande famiglia ogni volta che esci di casa. Naturalmente i miei genitori sono in pensiero per me e io per loro, vorrebbero che tornassi in Sardegna ma sarebbe rischioso sopratutto per loro e per tutti i miei concittadini. Per fortuna non ho alcun sintomo - prosegue il musicista - ma sappiamo tutti che potrei portare il virus con me senza accorgermene».

In Serbia Andrea Solinas prova a farsi coraggio pensando a quando tutto questo sarà finito. «Non vedo l’ora di tornare presto a fare musica e a condividerla con tutti. Ora come non mai capiamo l’importanza della condivisione, dello stare assieme – conclude il maestro – e son sicuro che questo periodo drammatico per tutto il mondo, aiuterà ognuno di noi a rivalutare la propria vita, dando il giusto peso alle cose importanti».

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