La Nuova Sardegna

Sassari

Mascherine a Bonorva: boom di richieste e fake

Giovanni Bua
Mascherine a Bonorva: boom di richieste e fake

I titolari accettano nuove ordinazioni solo tramite un “form” nel sito aziendale. «Non è vero che cerchiamo operai. Ce la stiamo mettendo tutta, fateci lavorare» 

24 marzo 2020
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SASSARI. «Amici, noi ce la stiamo mettendo tutta. Vi preghiamo di interrompere le catene messaggi con informazioni non veritiere di ricerche di collaborazione. Sono cose che possono solo danneggiarci tutti senza motivo. Nel frattempo vi diamo una informazione utile: a partire da martedì e sempre conformemente alle disposizioni delle autorità che vengono diramate, speriamo di poter confermare le prime ordinazioni di chi sta seguendo la procedura. Daremo priorità ai casi più urgenti come ovvio che debba essere».

Questo l’accorato messaggio che da l’altro ieri campeggia nella pagina facebook della «Pietri Srl-Il Ghiro materassi», la storica azienda tessile di Bonorva che da qualche giorno ha riconvertito la sua produzione per la realizzazione di mascherine protettive contro il Coronavirus. Una produzione di circa 5mila pezzi al giorno, che saliranno progressivamente a diecimila, con l’azienda che è stata però letteralmente presa d’assalto. Cinquantamila ordinazioni solo nelle prime 36 ore, e macro e micro richieste che continuano a piovere, intasando mail e telefoni, condite dalle solita catene di messaggi “fake” come quello che diceva di proporsi per collaborare alla produzione.

Produzione che, richieste permettendo, potrà essere destinata anche ai privati, anche se prima ci sono da evadere i maxi ordini di operatori del 118, associazioni di volontariato, imprenditori e Comuni. Con tempi di attesa per i futuri ordini che sono già di minimo 8-10 giorni. Richieste che, per cercare di semplificare e gestire la “valanga”, si possono ora fare solo tramite un link ben preciso (si trova nella pagina facebook e nel sito internet del Ghiro) con un form da compilare e la possibilità di chiedere pacchi con multipli da 20 o 50 pezzi al costo di 0,97 centesimi (+iva) per ogni copribocca. «Il mercato ad oggi è bloccato ed intasato per cui, nei tempi strettissimi a disposizione, che tra l’altro coincidono con quelli della massima emergenza, non è possibile reperire materiale certificato per la produzione di dispositivi medici secondo le regole sanitarie in essere – spiega l’azienda – abbiamo pertanto ovviato reperendo un materiale semplice ma certificato Oeko tex standard 100- ovvero con garanzia di non possedere elementi nocivi per la salute. Si tratta di un prodotto artigianale: non abbiamo macchinari industriali appositi, non abbiamo ricevuto alcun finanziamento o sovvenzione di nessuna natura. Non è garantita la possibilità di evadere tutte le richieste ricevute, sia a causa dell’elevato numero di necessità in questo stato di emergenza, sia a causa dell’eventuale mancato reperimento di materiali e soprattutto delle restrizioni al lavoro che vengono di volta in volta introdotte dalle autorità competenti. Faremo del nostro meglio».

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