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Sassari, festeggiano durante la quarantena: gli studenti spagnoli chiedono scusa e... clemenza

Sassari, festeggiano durante la quarantena: gli studenti spagnoli chiedono scusa e... clemenza

Manderanno 16 mail: «Ci dispiace, faremo qualsiasi cosa per rimediare alla nostra irresponsabilità»

26 marzo 2020
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SASSARI. Sanno perfettamente di averla combinata grossa, e di aver pochissime attenuanti per il loro comportamento irresponsabile. Proveranno a spiegarlo con16 mail, ognuna scritta da ciascuno studente Erasmus che ha partecipato alla festa organizzata nell’attico terrazzato di una palazzina. Le lettere saranno indirizzate innanzitutto al rettore Carpinelli per chiedere scusa all’Università di Sassari. L’altro destinatario è il sindaco Campus, per chiedere scusa all’intera città. Infine l’ultima mail verrà spedita ai rispettivi atenei di appartenenza, ovvero Cordoba, Granada, Alcalà de Henares, Barcellona, Burgos, Saragozza, Castilla La Mancha, Cantabria, Valencia e Leòn, per scusarsi per la pessima figura. Ognuno, con le proprie parole, proverà a esprimere il rammarico.

I sedici ragazzi e ragazze spagnoli, da 21 a 26 anni, infatti, che si trovano in città per partecipare ai programmi Erasmus ed Erasmus+, erano stati filmati dal drone della polizia municipale a fare baldoria sul lastrico solare di un palazzo. Tutto questo in barba alle rigidissime restrizioni in tema di assembramenti e di spostamenti in città. Il sindaco Campus ha condannato in maniera molto severa questo comportamento che ha messo a repentaglio la sicurezza pubblica, esponendo i cittadini al rischio contagio, e ha chiesto dei provvedimenti all’Ateneo. E il rettore Carpinelli ha adottato delle misure esemplari: espulsione dall’Università di Sassari. I giovani ora invocano clemenza e chiedono una seconda possibilità.

«Alcuni di noi hanno problemi di comprensione con la lingua – dicono – e non avevamo capito a pieno la rigidità delle restrizioni. Ma ce ne assumiamo tutta la responsabilità e ne risponderemo penalmente. C’è una denuncia nei nostri confronti, ed è sacrosanta. Però ci impegniamo a rimediare in ogni modo possibile a questa nostra azione insensata, facendo dei lavori socialmente utili, del volontariato, e a promuovere l’immagine di un Ateneo e di una città che ci ha accolto nel migliore dei modi. Chiediamo solo al rettore, se possibile, di ripensarci, perché ne va del nostro futuro. L’espulsione dall’Erasmus avrebbe ripercussioni pesantissime nella nostra carriera universitaria. Per chi vorrà frequentare master, per chi vorrà proseguire questa esperienza. Tutti noi amiamo lo studio, ci abbiamo investito tanto e vorremmo continuare a farlo. (lu.so.)

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