La Nuova Sardegna

Sassari

ozieri 

Murgia: «L’Ats deve fornire i dati sui contagi nei Comuni»

OZIERI. Solo con un costante scambio di informazioni tra Ats e Comuni questi ultimi potranno operare efficacemente nella lotta al Covid-19. È l’opinione di molti sindaci sardi, ed è l’appello che il...

26 marzo 2020
2 MINUTI DI LETTURA





OZIERI. Solo con un costante scambio di informazioni tra Ats e Comuni questi ultimi potranno operare efficacemente nella lotta al Covid-19. È l’opinione di molti sindaci sardi, ed è l’appello che il sindaco di Ozieri Marco Murgia ha rivolto all’Ats tramite una lettera inviata all’azienda, e per conoscenza anche all’assessorato regionale alla Sanità, alla Protezione civile e alla prefettura. Il problema è stato segnalato da più parti: i sindaci vengono a conoscenza solo per via informale delle criticità e degli eventuali casi di positività nel proprio Comune, e ciò non consente di operare tempestivamente in particolare nell’individuazione delle persone che possono essere venute a contatto con il paziente colpito.

Eppure, sottolinea Murgia, all’inizio dell’emergenza l’assessorato regionale alla Sanità aveva indicato con precisione (nota n. 6502 del 18 marzo) che «sussiste in capo ai dipartimenti di prevenzione di Ats l’onere di comunicare tempestivamente al sindaco i dati identificativi e di residenza/domicilio degli individui risultati positivi al virus, dei loro contatti stretti, e le relative misure di sanità pubblica adottate nei loro confronti , i dati utili relativi agli individui in quarantena con isolamento domiciliare e sorveglianza attiva, affinché, nei territori di rispettiva competenza, questi possano adottare i provvedimenti di loro spettanza». Una indicazione del tutto disattesa dall’Ats, dice Murgia, che in riferimento ai vari casi di positività riscontrati nell’ospedale di Ozieri (abitanti della stessa città o del circondario), lamenta di aver avuto tali notizie solo per via informale e di «non avere ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dagli organismi preposti» sebbene in vari casi siano state inviate anche delle richieste di chiarimenti, rimaste senza risposta. Mancanza di comunicazione scritta che si aggiunge a quella telefonica, essendo il centralino dell’Unità di Crisi «perennemente occupato». «Il tempestivo e corretto flusso delle comunicazioni non è un mero atto di cortesia istituzionale - dice Murgia -, ma un passaggio imprescindibile e necessario per organizzare al meglio le azioni di contenimento del rischio contagio richiesto a noi sindaci». (b.m.)

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative