La Nuova Sardegna

Sassari

Donne in schiavitù, catturato latitante

di Nadia Cossu
Donne in schiavitù, catturato latitante

Inchiesta “Terra Promessa 2”: il nigeriano Osayi Osahon rintracciato dai carabinieri dopo esser sfuggito all’arresto nel 2012

03 aprile 2020
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SASSARI. È stato localizzato e catturato mercoledì notte Osayi Osahon, nigeriano di 42 anni, ricercato dal 2012 dopo essere sfuggito all’arresto in una delle prime operazioni nel territorio nazionale finalizzate al contrasto della criminalità organizzata nigeriana dedita al traffico di esseri umani.

L’operazione “Terra Promessa 2”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, era scattata il 2 luglio 2012 nei confronti di 26 indagati, quasi tutti nigeriani. Da quel momento Osayi era latitante e faceva la sua vita grazie all’uso di documenti d’identità contraffatti.

L’inchiesta della Dda aveva svelato retroscena inquietanti. Ad esempio il fatto che una ragazza di 17 anni aveva più o meno lo stesso valore di due iPhone. Donne giovanissime vendute dalle loro famiglie, molto povere, per 1500 o 2000 euro – quando andava bene – a un’organizzazione criminale che operava in tutta Italia e nel Nord Sardegna, tra Sassari e Olbia. Così i sogni di un’adolescente in poco tempo si trasformavano nel peggiore degli incubi: diciassettenni ma anche ventenni e trentenni costrette a prostituirsi, “affidate” alle madame meretrici che le tenevano sotto controllo con la minaccia di utilizzare riti magici e pozioni qualora avessero disobbedito provando ad allontanarsi dalla strada. E, come se non bastasse, date in spose a mariti consenzienti – rigorosamente italiani – al prezzo di circa settemila euro per ottenere la cittadinanza. Un triste matrimonio “a tempo” suggellato grazie a un traffico di documenti falsi.

A luglio del 2012 i carabinieri del nucleo investigativo di Sassari in collaborazione con i colleghi di Olbia e della penisola avevano portato a termine un’importantissima operazione. Diciassette le persone arrestate (15 nigeriani e due italiani) con le pesanti accuse di associazione per delinquere finalizzata al traffico di esseri umani, riduzione e mantenimento in schiavitù, tratta di persone, reati in materia di prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’attività investigativa era stata chiamata “Terra promessa 2” era la seconda fase di un’indagine cominciata nel 2006 – sempre sotto il coordinamento della Dda di Cagliari e in particolare del pm Paolo De Angelis – in seguito alla denuncia di una donna nigeriana che, arrivata clandestinamente a Olbia con la promessa di un lavoro regolare, era stata invece costretta a prostituirsi. Lei però aveva avuto la forza e il coraggio di ribellarsi ai ricatti. Rivoleva la libertà e per questo si era rivolta ai militari. Quel filone di inchiesta si è concluso davanti alla corte d’assise di Sassari con la condanna a 108 anni complessivi di carcere mentre il secondo procedimento, quello che riguarda anche Osayi Osahon, è ancora nella fase dibattimentale.

Mercoledì notte, dopo complesse ricerche, i carabinieri del nucleo investigativo di Sassari, alla guida del maggiore Antonio Pinna e direttamente coordinati dal procuratore aggiunto della Ddat Paolo De Angelis, hanno rintracciato il latitante in un appartamento di Castelvolturno dove a mezzanotte i militari del reparto territoriale di Mondragone e in particolare quelli della stazione di Castelvolturno e del Ros di Napoli hanno fatto irruzione e lo hanno arrestato.

Nei confronti di Osayi Osahon pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere contenente pesantissimi capi d’accusa, perché il nigeriano era considerato al vertice dell’organizzazione criminale che agiva in Italia e all’estero nel traffico di esseri umani, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. Era lui a gestire una vastissima rete di prostitute anche nella Repubblica Ceca, in Svizzera e in Francia. Ora si trova rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

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