La Nuova Sardegna

Sassari

Gli infermieri alla Regione: «In prima linea e ultimi sul fronte diritti»

Gli infermieri alla Regione: «In prima linea e ultimi sul fronte diritti»

Il sindacato Fsi chiede di riconoscere le indennità negate I rischi, i notturni, i festivi e terapia intensiva sono voci non previste nel contratto 

06 aprile 2020
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SASSARI. Gli infermieri, in questa fase difficilissima, si trovano costantemente in prima linea ed esposti a rischi altissimi. Secondo la Federazione Sindacati Indipendenti, questo impegno è frutto di tanto coraggio e dedizione, ma non è altrettanto riconosciuto da un punto di vista contrattuale. Per questo la segretaria territoriale della Fsi Mariangela Campus, si rivolge alla Regione e ai vertici sanitari.

«Dall’inizio dell’emergenza il personale sanitario infermieristico sta continuando a svolgere instancabilmente il proprio dovere nonostante i mezzi inadeguati a disposizione. Lo fa per senso di responsabilità e nonostante abbia perso qualunque diritto acquisito sino al momento del passaggio da Ats ad Areus». L’Fsi scende nei dettagli: «Gli infermieri non percepiscono la benché minima indennità nonostante siano, tra tutto il personale infermieristico dipendente delle aziende sanitarie regionali, il più formato e il più esposto ai rischi». Gli infermieri della Centrale Operativa 118, lavorano in ambulanza medicalizzata ed infermieristica ed in questo periodo molti di loro sono impegnati nel trasporto intraospedaliero da un servizio ad un altro dei pazienti infettati dal Covid19.

«Non basta – dice Campus – perché, sono anche impegnati nel gestire il surplus di chiamate della popolazione sul coronavirus e collaborano con l’igiene pubblica, oltre a fornire assistenza e conforto alle persone che chiamano, disperate nelle loro abitazioni, che stanno vivendo nella totale passività questo grave momento. Insomma, questi Infermieri sono super-formati, sono integerrimi e ligi al dovere ma la loro formazione e la loro lealtà non è per niente corrisposta ed apprezzata dall’azienda; non percepiscono nemmeno un centesimo di indennità per questo; viaggiano in ambulanza di giorno, di notte, a Pasqua e a Natale e non percepiscono un centesimo di riconoscimento del rischio e gli è stata “rubata” l’indennità che percepivano per i super festivi che già di per se era quasi una miseria e non godono della medesima indennità notturna percepita da tutti gli infermieri non Areus».

Le mansioni però sono anche altre: «Gestiscono attivamente pazienti ripresi da arresti cardiaci e politraumatizzati da rianimazione e non percepiscono l’indennità di terapia intensiva che gli è stata sottratta dall’Ats e che l’Areus ha da sempre omesso di concedere». E conclude: «Veramente siete convinti di poter andare avanti così? Noi diciamo basta. La nostra organizzazione, per ora, tace e soffre insieme con il personale per il bene del paziente non certo per fare cosa gradita a questa dirigenza che non merita una sola lacrima né una sola goccia di sangue dei nostri infermieri, oss ed ausiliari. Ma quando tutto sarà finito, cari dottori, i nodi verranno al pettine. Vi chiediamo, in questo momento di difficoltà oggettiva, di dare un segno della vostra presenza riconoscendo al personale ciò che gli spetta».
 

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