Coronavirus: per attori, cantanti e musicisti pochi soldi e futuro incerto
L’intrattenimento riprenderà per ultimo: il grido d’allarme dei lavoratori. Zero concerti e spettacoli dal vivo, matrimoni saltati: la stagione è compromessa
SASSARI. “The show must go on”, si dice solitamente. Ma in questo momento lo spettacolo non può andare avanti. Non ce la fa. Il coronavirus ha spazzato via tutto: concerti, serate, cinema, teatro, pianobar. E quando si parla di ripresa l’intrattenimento, fonte dei principali (e tanto temuti) assembramenti, è sempre all’ultimo posto. Tutto rinviato a data da destinarsi. Dunque, per attori, cantanti, musicisti il presente è nero, ma il futuro appare ancora più funesto.
«Per noi non c’è niente – dice Barbara Sanna , cantante sassarese da anni sui palchi dell’isola –. Ci sono questi 600 euro per i lavoratori dello spettacolo, ma sono poco o nulla. Io sono iscritta alla Siae come compositrice e qualcosa dovrebbe arrivare. Ma so che molti colleghi stanno chiedendo il reddito di cittadinanza. Il grande problema è che nel futuro non c’è niente. Io avevo un cartellone fissato, dall’8 maggio avrei dovuto lavorare in un hotel in Costa Smeralda, ma tutto si è fermato. Ormai ho una sola prospettiva: andare a vivere in campagna. È sempre stato il mio sogno, ma dopo questa esperienza chiusa in casa è diventata la priorità». Anche per Carlo Pieraccini , musicista sassarese, tutti i programmi sono andati in fumo: serate, concerti, matrimoni.
[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.38736566:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2020/04/18/news/pino-e-gli-anticorpi-stritolati-dal-covid-1.38736566]]
«Com’è uscito il decreto volevo vomitare rabbia contro chiunque – racconta –. State a casa. Punto. Ci stavano togliendo quello che è il nostro sostentamento. Poi è arrivata la notizia di questi 600 euro, che - per fortuna - hanno esteso dalle partite Iva anche agli operatori dello spettacolo con un minimo di giornate lavorative. Li ho ricevuti due giorni fa. Ma per il resto la vedo lunga e buia».
Pieraccini non è ottimista sulla ripresa delle attività. «Purtroppo noi siamo la prima causa di assembramento – dice –. Ho già perso due mesi di lavoro. In estate io suono nelle strutture di una catena alberghiera. Se gli hotel aprono e si organizzano bene forse potremmo anche riprendere a lavorare con una platea di persone, ovviamente nel rispetto delle distanze. Tutto il resto lo vedo in salita: dalle sagre di piazza ai matrimoni».
Un ragionamento che non si discosta da quello di Roberto Acciaro , musicista di Tempio. «Per chi fa il mio mestiere il problema sta su due fronti – spiega –. C’è quello economico, perché il lavoro è diviso tra sommerso e dichiarato, e dunque non tutti possono ricorrere ai 600 euro dati dallo Stato. E poi c’è quello sociale: il nostro è un mestiere che si fa a contatto con gli altri. Chi fa pianobar suona perché c’è la gente. E se la gente non può venire è ovvio che salta tutto. E da noi questo è ancora più complicato, perché noi sardi aspettiamo la stagione. Per chi fa musica questo è il periodo d’oro: hotel, locali, pianobar, matrimoni. Da quanto si dice tutti gli spettacoli sono bloccati fino a dicembre. L’unica scialuppa potrebbe arrivare da resort e locali all’aperto».
Vede più roseo Maria Giovanna Cherchi , la cantante di Bolotana star delle piazze. «Sono ottimista perché sono convinta che a metà estate le cose si stabilizzeranno un pochino. La gente avrà bisogno di tornare alla normalità». Anche se fino a quel momento per chi vive di spettacolo sarà difficile sbarcare il lunario. «Io faccio anche l’insegnante e sono una privilegiata. Ho diritto ai 600 euro ma li lascio a chi ne ha più bisogno di me. Conosco tante persone che fanno soltanto musica e stanno facendo enorme fatica». Ne è consapevole Renato Piccinnu , con la R&G music organizzatore di spettacoli e agente di artisti e cantanti.
«Il 95 per cento degli spettacoli in Sardegna sono feste di piazza, solo il 5 sono eventi a pagamento. Anche quando si riprenderà sarà difficile, perché le feste patronali si organizzano con le questue: con che coraggio si andrà a chiedere un’offerta a chi sta morendo di fame?». Piccinnu sa che la sua stagione, quest’anno, è finita prima di cominciare, ma fa una riflessione sull’importanza dello spettacolo, anche in un momento in cui i sipari sono tutti abbassati. «Se la gente pensa che gli artisti siano inutili, come certe volte sembra, allora provi a passare la quarantena senza libri, film o musica».