La Nuova Sardegna

Sassari

«Io e mia moglie parleremo, ma più avanti»

«Io e mia moglie parleremo, ma più avanti»

I protagonisti della vicenda preferiscono non rilasciare dichiarazioni: «Aspettiamo la magistratura»  

19 aprile 2020
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Grazie dell’opportunità, ma in questo momento né io né mia moglie vogliamo rilasciare dichiarazioni su quanto è accaduto».

Ventiquattro ore dopo quello che gran parte degli abitanti di via Ugo La Malfa ha visto dalla finestra e il resto della città su facebook o whatsapp, i protagonisti dei video – condivisi da migliaia di persone e rimbalzati da una chat all’altra in maniera virale – preferiscono non aggiungere una parola alle tante scritte sui social da venerdì sera. Né spiegano perché due mattine fa non hanno fornito documenti e generalità ai vigili urbani. La busta del pane stretta tra le mani protette dai guanti, sul viso la mascherina, intorno alle 12.20 di ieri il protagonista dei video si ferma qualche secondo a parlare con dei residenti del quartiere che forse vogliono dimostrargli la loro solidarietà. Poi, prima di rientrare a casa per pranzo, spiega pacatamente a chi gli sta offrendo la possibilità di raccontare la sua versione dei fatti sulla Nuova Sardegna, perché non è ancora il momento giusto per farlo. «Ci siamo rivolti a un legale per presentare una querela – spiega l’uomo sotto casa – c’è un’indagine in corso e non sarebbe corretto aggiungere altro». La Procura ha già acquisito una dettagliata relazione della polizia locale e nel fascicolo sono finiti anche i video girati dai residenti del quartiere da diverse angolazioni. Serviranno per tentare di ricostruire le varie fasi della vicenda. «È giusto lasciare che la magistratura faccia il suo lavoro – aggiunge l’uomo prima di salutare – se avremo qualcosa da dire lo faremo più avanti. (l.f.)



In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative