“Vigile urbano positivo”: lite tra Comune e Cisl
Il sindacato accusa il Comando di averlo fatto comunque lavorare, ma Palazzo Ducale smentisce
24 aprile 2020
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SASSARI. Botta e risposta tra la Cisl e il Comune. Il sindacalista Armando Ruzzetto ieri mattina aveva lanciato l’allarme: un agente della polizia locale risultato positivo al coronavirus aveva lavorato per 15 giorni all’interno del comando su richiesta dei vertici, rappresentando di fatto un potenziale veicolo di contagio per i colleghi di lavoro.
Ma Palazzo Ducale smentisce la notizia con una versione differente: «All'agente in questione non è stato eseguito alcun tampone per la ricerca del virus nei giorni scorsi, ma lo stesso ha presentato un referto di un esame sierologico fatto da lui privatamente. È il caso di ricordare che il test al quale l'uomo ha deciso volontariamente di sottoporsi attesta unicamente se un soggetto è entrato precedentemente in contatto con il virus, e non se il soggetto sia realmente portatore del virus e contagioso. L'esame è stato eseguito ieri e il risultato è stato consegnato oggi all'attenzione del Comando. Nel momento in cui stamattina ha presentato il referto all'attenzione del Comando, quest'ultimo gli ha chiesto di non rimanere in servizio, ma di andare immediatamente dal medico che avrebbe stabilito quali comportamenti adottare». L'amministrazione ha inviato la segnalazione al Dipartimento di Prevenzione, servizio di Igiene pubblica dell'Ats chiedendo che l'agente fosse immediatamente sottoposto a tampone per la ricerca del virus. Esame eseguito nel primo pomeriggio. Nel frattempo il medico gli ha prescritto quindici giorni di isolamento fiduciario.
«In un momento così delicato per la collettività, colpisce che un sindacalista dia informazioni così approssimative e non corrette, scegliendo di diffondere una nota che crea tensione e inutile allarmismo. Una nota dove lui stesso utilizza i verbi al condizionale, cosa che fa pensare che non abbia la certezza dei contenuti che sceglie tuttavia di pubblicare. Non corrisponde a verità che “i vertici del Comune gli abbiano detto che poteva continuare a lavorare”. Si ribadisce che è invece vero il contrario: una volta visto il referto, all'agente è stato immediatamente detto di non restare al Comando ma di andare dal proprio medico curante».
Ma Palazzo Ducale smentisce la notizia con una versione differente: «All'agente in questione non è stato eseguito alcun tampone per la ricerca del virus nei giorni scorsi, ma lo stesso ha presentato un referto di un esame sierologico fatto da lui privatamente. È il caso di ricordare che il test al quale l'uomo ha deciso volontariamente di sottoporsi attesta unicamente se un soggetto è entrato precedentemente in contatto con il virus, e non se il soggetto sia realmente portatore del virus e contagioso. L'esame è stato eseguito ieri e il risultato è stato consegnato oggi all'attenzione del Comando. Nel momento in cui stamattina ha presentato il referto all'attenzione del Comando, quest'ultimo gli ha chiesto di non rimanere in servizio, ma di andare immediatamente dal medico che avrebbe stabilito quali comportamenti adottare». L'amministrazione ha inviato la segnalazione al Dipartimento di Prevenzione, servizio di Igiene pubblica dell'Ats chiedendo che l'agente fosse immediatamente sottoposto a tampone per la ricerca del virus. Esame eseguito nel primo pomeriggio. Nel frattempo il medico gli ha prescritto quindici giorni di isolamento fiduciario.
«In un momento così delicato per la collettività, colpisce che un sindacalista dia informazioni così approssimative e non corrette, scegliendo di diffondere una nota che crea tensione e inutile allarmismo. Una nota dove lui stesso utilizza i verbi al condizionale, cosa che fa pensare che non abbia la certezza dei contenuti che sceglie tuttavia di pubblicare. Non corrisponde a verità che “i vertici del Comune gli abbiano detto che poteva continuare a lavorare”. Si ribadisce che è invece vero il contrario: una volta visto il referto, all'agente è stato immediatamente detto di non restare al Comando ma di andare dal proprio medico curante».