La Nuova Sardegna

Sassari

Centri per i disabili, al vaglio i pagamenti diretti

di Paoletta Farina
Centri per i disabili, al vaglio i pagamenti diretti

L’ufficio legale della Regione verificherà l’applicazione del “Cura Italia”. Sospesi i tagli al tariffario

25 aprile 2020
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SASSARI. Al vaglio dell'ufficio legale della Regione i pagamenti alle cooperative e fondazioni che gestiscono per l'Ats i servizi di riabilitazione e centri diurni per disabili, sospesi per l'emergenza sanitaria. Mercoledì scorso in commissione regionale sanità è stato affrontato il tema dell'applicazione degli articoli 47 e 48 del decreto Cura Italia che prevedono, in sintesi, la corresponsione delle spettanze a imprese e lavoratori, secondo il cosiddetto “vuoto per pieno”, da parte delle pubbliche amministrazioni che abbiano iscritto queste spese in bilancio.

In altre Regioni, dall'Emilia Romagna all'Umbria, si sta già provvedendo su questa strada più rapida per imprese e lavoratori e che fa risparmiare sugli ammortizzatori sociali. Già oltre un mese fa i sindacati regionali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil aveva invitato la Regione ad attuare le disposizioni del governo. E ora il problema è approdato nella seduta della commissione presieduta da Domenico Gallus, alla quale hanno partecipato, in audizione, anche l'assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, il direttore generale dell'assessorato Tecleme, il commissario Ats Giorgio Steri e il neo commissario dell'Aou di Sassari, Giovanni Maria Soro.

Il consigliere regionale di Udc (Cambiamo!), Antonello Peru, ha sollevato la questione che soltanto nel Nord Sardegna coinvolge oltre un migliaio di lavoratori e centinaia di famiglie che hanno in casa un disabile. Anche Gianfranco Ganau (Pd), membro della commissione, ha sollecitato un intervento in questo senso. Il direttore generale Tecleme ha spiegato che c'è un problema tecnico da risolvere, perché le strutture che svolgono il servizio di assistenza ai disabili hanno sospeso il servizio non su disposizione della Regione. Di qui la necessità di ottenere un parere dall'ufficio legale. Ma le strutture avevano fermato i servizi erogati alla luce delle disposizioni governative, sollecitando la Regione a dare direttive sull'argomento. Dice Michele Marras, direttore dell'Opera Gesù Nazareno, costretta a chiudere il centro diurno, l'unico accreditato nel Nord dell'isola: «Abbiamo semplicemente adempiuto alle norme nazionali. Se avessimo aspettato un provvedimento regionale oggi ci sarebbe stato un bagno di sangue anche nei centri per persone disabili. E come potrebbero gli ospedali gestire qualcuno dei nostri pazienti se si infettasse?». Il sindacato Fp Cgil mette comunque sull'avviso ricordando che se la Regione procederà alla liquidazione delle fatture per il periodo di chiusura forzata «dovrà imporre che venga salvaguardata la retribuzione del personale secondo i vecchi parametri», afferma Paolo Dettori, segretario generale.

Ma c’è un altro aspetto che preoccupa le strutture accreditate per l'assistenza ai disabili. E cioè i tagli alle tariffe delle prestazioni arrivati in piena tempesta Covid-19 e come un fulmine a ciel sereno. Travolta dalle proteste di gestori dei servizi e famiglie, la giunta Solinas ha sospeso temporaneamente il nuovo tariffario entrato in vigore il 1° marzo, rimodulando e anche aumentando il rimborso vista l'eccezionalità del momento. Ma dopo che si rientrerà nella normalità cosa succederà? Mercoledì prossimo è prevista una nuova seduta della commissione sanità durante la quale il tema sarà affrontato anche nella definizione di una nuova scheda di accreditamento. Per la segretaria regionale della Fp Cgil, Roberta Gessa, è però necessario «che la Regione provveda a un aumento delle risorse complessive destinate al settore, diversamente la platea dei beneficiari verrebbe ridotta».



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