La Nuova Sardegna

Sassari

Voragine economica dopo la quarantena

di Gavino Masia
Voragine economica dopo la quarantena

I titolari di bar e ristoranti lanciano l’allarme: pronti a ripartire ma rivediamo suolo pubblico, Tari e Tasi per un anno

29 aprile 2020
3 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. I mesi di quarantena hanno creato una voragine economica in città, anche per bar e ristoranti che sarà difficile da arginare nei prossimi mesi. Ma i gestori confidano nella collaborazione con gli enti pubblici per cercare almeno di limitare i danni subiti dalla chiusura forzata. La loro speranza è che anche il presidente della Regione Christian Solinas riesca ad anticipare di suo pugno la data dell’apertura degli esercizi commerciali rispetto a quella già inserita nell’ultimo Decreto ministeriale. L’estate è infatti alle porte e i primi ponti festivi sono andati in archivio sotto il segno del virus. Per i commercianti questa è una ragione di più per trovare da subito i rimedi utili e non fare così abbassare definitivamente le serrande a qualche esercizio commerciale. Il centralissimo bar Cristallo aveva 18 dipendenti al lavoro prima delle ordinanze restrittive del Covid-19. «Abbiamo pagato la luce e la parte contributiva pur rimanendo chiusi – ricorda il gestore Antonio Schintu – e le 18 famiglie, compreso il sottoscritto, non hanno mai visto un solo euro di cassa integrazione. Per andare avanti anche il Comune ci deve venire incontro – aggiunge –, concedendoci il suolo pubblico gratis e niente tasse di Tari e Tasi per almeno un anno. Per rilanciare Porto Torres bisogna fare squadra vera tra tutti i commercianti e chiedere all’amministrazione comunale di spostare i fondi previsti per gli eventi e riproporli in altre date».

Un modo per rilanciare il turismo dell’area vasta, quando saranno autorizzati gli spostamenti, e riportare un po’ d’ossigeno alle attività commerciali turritane. Il bar di Pasqualino Marras si affaccia sul golfo dell’Asinara, un luogo che funziona soprattutto nella bella stagione e nei mesi che precedono e in quelli a spalla del periodo estivo. «Il nostro presidente della Regione deve autorizzarci ad aprire l’attività prima dell’1 giugno – dice Marras – e il Comune ci deve dare nuovi spazi pubblici per poter mantenere le distanze di sicurezza tra i clienti: noi che abbiamo l’attività è sicuro che ci impegneremo a rendere sicura la città e stare alle regole che ci hanno dato. Ognuno deve fare la sua parte, insomma, e l’ente pubblico ci deve venire incontro in un momento in cui la situazione economica sta diventando insostenibile e diverse attività rischiano di non aprire». Valorizzare il turismo sardo è diventata una prerogativa di tutti i commercianti in tempi di coronavirus, però la maggior parte di loro non conosce ancora le misure relative alle restrizioni e ai distanziamenti delle persone nei luoghi pubblici. «Siamo pronti a partire anche perché disponiamo di uno spazio all’aperto – sostiene il gestore del ristorante pizzeria San Gavino, Daniele Melis –, però ancora non ci hanno dato una linea guida e siamo in balia delle incertezze su divisori e distanze da tenere. Come Regione Sardegna avrei anticipato le aperture di bar e ristoranti, sia per farci prendere le giuste misure sia per ridurre il danno sinora accumulato e far funzionare il turismo regionale». Una apertura anticipata, solo per servizio d’asporto, è stata quella del ristorante pizzeria La Rosa dei Venti.

«Ho riaperto la scorsa settimana giusto per dare un servizio a dei clienti fidelizzati – racconta il gestore Daniele Tanda –, però speravo in una apertura vera per il 18 maggio in modo di avere quel periodo di rodaggio e capire così come portarmi avanti con le nuove normative. Più si allungano i tempi dell’apertura e più problematico sarà rimodulare il modo di lavorare».

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative