La Nuova Sardegna

Sassari

Coronavirus, Valditara: "Produciamo in Sardegna mascherine e le altre protezioni"

Il giurista Giuseppe Valditara
Il giurista Giuseppe Valditara

Il coordinatore di Lettera 150: localizziamo gli stabilimenti nelle aree meno a rischio

30 aprile 2020
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SASSARI. La certezza è che ci accompagneranno per un lungo periodo: siano a quando non sarà individuato il vaccino contro il coronavirus e si raggiungerà la cosiddetta immunità di gregge, dovrà essere garantita una grande disponibilità di mascherine, guanti e altri dispositivi di protezione individuale. Per questo «è urgente promuovere la produzione nel territorio nazionale di questi presìdi di sicurezza e dei reagenti per i tamponi, in modo da garantire parte del fabbisogno nazionale». È la proposta del giurista Giuseppe Valditara, dell'Università di Torino e coordinatore di "Lettera 150", il gruppo di docenti universitari sostenitori della necessità di riaprire il paese in sicurezza dopo il lockdown. Gli studiosi avevano suggerito l'opportunità di iniziare dalle aree a minore contagio con la Sardegna candidata a diventare un'isola laboratorio per la ricerca contro il coronavirus. E alla Sardegna pensa ancora Valditara a proposito della necessità di produrre dispositivi di protezione.

«La drammatica penuria di mascherine e reagenti per fare i tamponi, che si è manifestata in occasione della pandemia da Covid-19, e le chiusure dei mercati internazionali anche a seguito di divieti di esportazione rendono sempre più drammaticamente urgente pensare ad una produzione statale di presìdi strategici come mascherine, guanti di lattice, reagenti per tamponi», dice Valditara. Dal momento che l'esperienza Covid insegna «come sia pericoloso fare affidamento sulle importazioni», è consigliabile garantire in Italia «una produzione che garantisca almeno una parte significativa del fabbisogno nazionale anche in situazioni di emergenza, così da integrare la produzione privata nazionale».

E il giurista ha le idee chiare anche sui siti ideali in Italia dove localizzare le produzioni: «Le più adatte sono le aree naturalmente protette, data la loro insularità, e dunque più difendibili dalla aggressione di virus, come Sardegna e Sicilia. Si raggiungerebbe un duplice obiettivo: oltre che garantire l'autosufficienza del Paese si otterrebbe l'effetto di anche l'effetto di rivitalizzare aree economicamente depresse».

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