La Nuova Sardegna

Sassari

Primo Maggio senza cortei ma il sindacato non si ferma

Primo Maggio senza cortei ma il sindacato non si ferma

Cgil, Cisl e Uil: «L’emergenza ci deve insegnare a costruire un nuovo futuro» Sicurezza e occupazione gli obiettivi: «Rimettiamo al centro la persona»

01 maggio 2020
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SASSARI. Sarà un Primo Maggio senza cortei, sventolio di bandiere e concertone. Ma continuerà a essere la festa di lavoratrici e lavoratori anche l’emergenza sanitaria non consentirà per la prima volta di celebrarla come avveniva in passato. Però l’epidemia ha messo in luce la necessità di cambiamento, di sicurezze. E così Cgil, Cisl e Uil rilanciano la festa di oggi con lo slogan “Lavoro in sicurezza: per costruire il futuro”. Un futuro che deve mettere al centro la persona, privilegiando la sua salute e qualla di tutti.

«Un appuntamento che da sempre per noi è di lotta e di festa: di lotta perché i diritti conquistati non restano se non vengono praticati e fatti vivere; di festa perché amiamo stare assieme e condividere valori e speranze», ribadiscono i segretari generali della Cgil, Francesca Nurra, della Cisl, Pierluigi Ledda, e della Uil, Giuseppe Maccioccu.

«Questo Primo Maggio lo ricorderemo a lungo, perché mai come oggi ci siamo tutti resi conto di quanto sia indispensabile garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Ci aspettano settimane e mesi complicati, forse ancora più difficili di quelli appena vissuti: il nostro territorio, così come tutto il paese, ha bisogno di cogliere questa occasione, che possiamo definire epocale, per ripensare al modello di produzione, che deve mettere al centro la persona, l’ambiente, la salute, la conoscenza, il lavoro e la sua dignità. Quindi festeggiamo questa giornata, dedicata a tutti coloro che con il loro lavoro ci hanno permesso di fronteggiare una terribile ed inattesa minaccia, e impegniamoci assieme per costruire un futuro più giusto, equo, solidale e sicuro».

Per Cgil, Cisl e Uil « la pretesa dell’ideologia sovranista di affrontare il fenomeno della pandemia in ordine sparso, Paese per Paese, crediamo sia un virus culturale aggiuntivo. Per questo riteniamo fondamentale ripartire dalla centralità della persona e quindi anche del lavoro».

Anche perché il futuro è certo sul fronte economico: «Recessione dell’economia globale nel 2020, con il rischio di depressione che assocerebbe alla catastrofe economica e sociale la tragedia umana – avvertono i confederali –. Sono quindi necessarie oggi risposte straordinarie dei sistemi sanitari già ampiamente provati, ma anche risposte urgenti delle politiche economiche e soprattutto della capacità di innovazione, poiché i suoi effetti di distruzione produttiva, occupazionale, reddituale, sono comparabili solo a una economia di guerra».

Quindi occorrono, per i sindacati, strategie sistemiche, convergenti e coordinate, forme di azione collettiva responsabile, forme di cooperazione, di integrazione massima, di partecipazione, a partire dai governi nazionali, ma anche dai nostri territori. Perché «solo con un nuovo e forte Patto di Comunità potremo iniziare il cammino verso quella nuova normalità che tutti vogliamo raggiungere presto».

Il Primo Maggio cade mentre il Paese ancora impegnato a contrastare un’emergenza sanitaria, la più difficile e drammatica della sua storia. «Siamo e saremo impegnati a vigilare assieme agli Rls, alle Rsu, ai delegati, alle categorie, alla rappresentanza sociale affinché la “fase 2” avvenga nella massima sicurezza e per scongiurare il rischio di veder risalire, col ritorno alla normalità, la curva dei contagi». Cgil, Cisl e Uil continuano a vigilare ma anche a costruire con il mondo delle imprese i protocolli di sicurezza per riavviare le attività lavorative. Resta il fatto che «non si deve abbassare la guardia. Per questo vogliamo celebrare la Festa dei lavoratori, dando forza ai temi e alle proposte che sono state il cardine delle posizioni espresse in ogni sede da parte nostra». Perché è importante che il lavoro resti protagonista perchéè la leva fondamentale per restituire una prospettiva credibile per il futuro del nostro Paese e di coloro che rappresentiamo».



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