La Nuova Sardegna

Sassari

Guerriglia alla stazione 82 sconvolts davanti al gup

di Nadia Cossu
Guerriglia alla stazione 82 sconvolts davanti al gup

Fissata a settembre l’udienza per i presunti responsabili dei disordini del 2017 Il giudice deciderà se rinviare o meno a giudizio un gruppo di ultras del Cagliari

03 maggio 2020
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SASSARI. Quel 25 marzo di tre anni fa davanti alla stazione di Sassari si scatenò una vera e propria guerriglia urbana. Un gruppo di ultras del Cagliari calcio seminarono il panico a Sassari in occasione di un’amichevole che i rossoblù avrebbero dovuto giocare nel pomeriggio a Sorso, contro la squadra locale. Il piano dei tifosi cagliaritani scattò a fine mattinata. Era quasi l’ora di pranzo di un tranquillo sabato di fine marzo e improvvisamente la città si trasformò in un campo di battaglia. Circa 180 tifosi cagliaritani appartenenti al gruppo degli “Sconvolts”, diretti a Sorso a bordo di tre pullman per assistere alla partita, decisero di fermarsi in via Padre Zirano vicino alla stazione ferroviaria di Sassari. E scoppiò il caos.

Per quei fatti la Procura di Sassari ha individuato almeno 82 responsabili e per tutti ha chiesto il rinvio a giudizio. Il prossimo 30 settembre nel tribunale di via Roma si terrà l’udienza preliminare all’esito della quale il giudice Michele Contini deciderà se gli imputati dovranno o meno affrontare un processo. Le accuse da cui devono difendersi sono molto pesanti: devastazione e saccheggio in concorso, con l’aggravante del numero delle persone, lesioni anche gravi e il possesso di artifizi pirotecnici e altri oggetti contundenti e atti ad offendere in occasione di manifestazioni sportive.

Le richieste di rinvio a giudizio sono state presentate dalla magistratura al termine di lunghe e articolate indagini portate avanti dalla Digos di Sassari in sinergia con i colleghi di Cagliari. E proprio grazie all’articolato lavoro condotto dalla polizia era emerso che l’intento del gruppo di ultras sarebbe stato quello di devastare e saccheggiare il centro della città e aggredire in modo indiscriminato chiunque si trovassero davanti sfruttando l’effetto sorpresa. Una volta scesi dai pullman gli ultras cagliaritani avevano iniziato a marciare in modo compatto con i volti coperti verso la stazione ferroviaria. Nel tragitto avevano fatto esplodere bombe carta e accesso fumogeni sotto gli sguardi impietriti dei commercianti e dei residenti della zona. Una volta raggiunta la stazione, i tifosi muniti di mazze, bastoni, catene e aste portabandiera, avevano iniziato ad aggredire i cittadini presenti in zona e a innescare dei tafferugli tali da paralizzare completamente il traffico, compresi i mezzi di trasporto pubblico. Una guerriglia urbana che pochi minuti dopo si era trasformata in uno scontro tra tifoserie.

Diversi tifosi della Torres – quando in poco tempo la notizia dell’assalto si era diffusa in città – erano sopraggiunti infatti davanti alla stazione per difendere i commercianti e i cittadini aggrediti e le due fazioni per qualche minuto erano entrate in contatto. Fortunatamente l’arrivo immediato della polizia in assetto antisommossa aveva scongiurato il rischio di gravi danni alle persone. Qualcuno tra i cittadini e le forze dell’ordine era rimasto ferito, ma i danni maggiori erano stati per gli arredi urbani devastati dagli ultras. Con grande difficoltà gli ultras che non erano riusciti a fuggire e a disperdersi verso la periferia, erano stati poi fatti salire a bordo dei pullman in modo da farli allontanare dal teatro degli scontri. Per l’identificazione dei responsabili si era rivelata fondamentale la sinergia operativa con la Digos di Cagliari che, una volta fermato il convoglio sulla 131, era riuscita a identificare 64 ultras, di cui due minorenni. Per loro il questore aveva adottato il provvedimento del Daspo con durata da quattro a sei anni.

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