La Nuova Sardegna

Sassari

Medici di base pronti alla fase due

di Luigi Soriga
Medici di base pronti alla fase due

Videoconsulti, visite per appuntamento, più ore di lavoro. In settimana parte anche il servizio Usca 

05 maggio 2020
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SASSARI. I medici di base sono pronti ad affrontare la fase due. Il rodaggio dell’emergenza Covid-19 ha già introdotto una serie di novità operative, molte delle quali destinate a permanere anche in futuro. «Parliamo sicuramente delle visite per appuntamento – spiega il segretario provinciale dei medici di base Antonello Desole – l’assistenza alle patologie croniche anche in videoconsulto rapido, oltre alle irrinunciabili visite programmate, la fornitura di presidi al domicilio del paziente (saturimetri per la misurazione di O2, oltre ai consueti sfigmomanometri e misuratori per la glicemia e misuratori battito cardiaco)». I medici si sono adeguati al Decreto legge n. 23 dell’8 aprile 2020 che li impegna a dotarsi, a proprie spese, di una piattaforma digitale per il videoconsulto con il paziente, da richiedere e programmare più o meno come una visita. Inoltre è prevista una disponibilità telefonica di 12 ore al giorno per 5 giorni la settimana, tutti servizi che la medicina generale ha già realizzato con la piattaforma on line Net Medica Italia messa a disposizione gratuitamente all’Ats.

Infine questa settimana dovrebbe partire l'attività delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) con 21 medici e 21 infermieri per 21 unità divise in turni ) che si muoveranno su segnalazione della Medicina Generale o della Continuità assistenziale (per casi che si creano nelle ore notturne o nei festivi ). Si tratta di una squadra messa in campo per monitorare i casi sospetti con isolamento fiduciario, i casi con sintomi lievi, e ancora la fase post tampone, con la presa in carico degli asintomatici, delle persone con lievi deficit respiratori, o ancora gli anziani contagiati potenzialmente a rischio vita. I compiti dell’Usca consistono nella puntuale sorveglianza telefonica dei pazienti presi incarico, per verificare le condizioni di salute e programmare l’intervento. Valutare la necessità e opportunità di sottoporre l’assistito e il nucleo familiare al test del tampone. Acquisire notizie sulla condizioni logistiche e del nucleo familiare tale da consentire una gestione dell’isolamento in sicurezza. Richiedere consulenze telefoniche e domiciliari urgenti da parte degli specialisti. Insomma, un servizio capillare di assistenza

Case di riposo. Un altro compito dei medici di base è quello di occuparsi degli anziani ospiti delle case di riposo. «Non c’è alcun dramma in queste strutture – sottolinea Desole –. Sono stati effettuati tamponi a tappeto dall’Esercito a Sant’Antonio, Villa Eba Giara, Casa della Divina Provvidenza, Martiri Turritani, solo per citarne alcune. La vera emergenza ad oggi interessa esclusivamente le due strutture Casa Serena e Villa Gardena. É corretto che chi ha parenti nelle altre strutture ad oggi sia assolutamente tranquillo». E prosegue: «Con tutti questi servizi messi in campo, e ci pare che altri non possano dire altrettanto con sale operatorie chiuse per la routine e aperte solo per le emergenze, gli ambulatori specialistici chiusi, è del tutto ingeneroso affermare che la falla è nel territorio. Tutto si può migliorare, abbiamo in programma di richiedere la possibilità di disporre di più specialisti per portare al domicilio e nelle case di riposo quelle visite che non si possono fare nei reparti, un maggior numero di infermieri per i prelievi e per non interrompere quella assistenza ai malati cronici e fragili che sono i più esposti. Ma noi ce la stiamo mettendo tutta». E conclude: «Ci preme anche avvisare tutti i nostri pazienti che alla ripresa delle uscite non sarà possibile accalcarsi negli ambulatori, ma bisognerà concordare telefonicamente col proprio medico sia la reale necessità della visita sia l'orario di effettuazione per evitare assembramenti. E naturalmente ci si dovrà sempre presentare protetti da mascherine e guanti».

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