La Nuova Sardegna

Sassari

Domani il ritorno a casa della salma di Gian Mario

di Gavino Masia
Domani il ritorno a casa della salma di Gian Mario

Il giovane è morto di meningite batterica due mesi fa in un paese del Trentino La famiglia: «Vogliamo sapere se è stato fatto tutto il possibile per salvarlo» 

07 maggio 2020
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PORTO TORRES. La salma di Gian Mario Mura, il giovane di Porto Torres morto di meningite batterica a 23 anni in un Comune della provincia autonoma di Trento, ritornerà domani mattina con la nave a Porto Torres con un carro funebre. Alle 11 è prevista la messa nella chiesa di Cristo Risorto e alla fine della funzione religiosa la salma sarà tumulata nel cimitero storico di via Balai.

Sono trascorsi cinquanta giorni dal decesso del ragazzo in un appartamento di Nago-Torbole e in questo lasso di tempo si è messa in moto la solidarietà degli amici di Gian Mario e della città per aiutare la sua famiglia a farlo rientrare a casa. Una storia tristissima, fatta di notizie troppo frammentarie da parte della sanità trentina proprio nel periodo in cui il giovane aveva accusato il malore fatale: forte mal di testa e febbre alta per alcuni giorni, senza una diagnosi precisa dei medici se non dopo l’esame autoptico. «Quando la salma di mio fratello sbarcherà dalla nave per noi sarà come vederlo morire per la seconda volta – racconta la sorella Emanuela –. Per noi è stata un’agonia sapere che il corpo di Gian Mario si trovava nell’obitorio di Riva del Garda. Abbiamo incaricato due avvocati per sbloccare le procedure burocratiche relative al rientro della salma – aggiunge -, poi dobbiamo ringraziare l’agenzia FunerArte che è stata molto comprensiva e paziente e il Comune per aver reso disponibili tutte le pratiche relative alla tumulazione». La famiglia in questo periodo ha potuto contare sull’aiuto di tante persone: «Tra quelle che vogliamo ringraziare c’è anche una famiglia sarda che vive in Trentino – dice Emanuela –: quella del signor Ottavio Mulas, originaria di Benetutti, che è entrata nell’appartamento di mio fratello per raccogliere tutto il suo vestiario e pulire le stanze. Hanno lavato i suoi indumenti e sono andati all’obitorio per vestire Gian Mario«. La famiglia sarda ha anche ritirato l’auto del giovane portotorrese per custodirla nel proprio garage, per poi poterla riportare nell’isola, insieme agli altri indumenti, quando avrà l’opportunità e l’autorizzazione di arrivare in Sardegna.

A tutto questo si aggiungono le iniziative economiche portate avanti dagli amici di Gian Mario e di una buona parte della comunità cittadina che si è mobilitata per dare una mano. «Dalla prossima settimana chiederemo invece ai legali di verificare se ci siano state delle responsabilità di qualcuno nei giorni che hanno preceduto la tragedia: capire, insomma, se ha ricevuto le cure adeguate oppure no. Ci rimane l’amaro in bocca, oltre ai tanti dubbi e alle tante domande che non hanno mai avuto risposta».

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