La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres, bomba ecologica scoperta in uno dei luoghi del Fai

di Gavino Masia
Porto Torres, bomba ecologica scoperta in uno dei luoghi del Fai

Grave sfregio ambientale lungo la stradina che porta alle grotte di Ferrainaggiu. Rifiuti speciali e pericolosi abbandonati nell’area interessata da domus de janas

14 maggio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. Una vera e propria bomba ecologica quella scoperta vicino alle grotte di Ferrainaggiu - sito censito del Fondo ambientale italiano - con rifiuti speciali di ogni tipo che costeggiano la strada che porta alla necropoli. Lastre di eternit (amianto), pneumatici usati, maxischermi televisivi, residui di lavorazione edili e plastica. Un campionario di rifiuti pericolosi per la salute e l’ambiente, insomma, che deturpa una zona a forte valenza archeologica e storica. Il sito si trova all’interno di una azienda agricola privata e si presenta come un ampia banconata calcarea, dove si trovano una serie di ambienti ipogei (almeno 5 i principali) e altri scavi di cava a cielo aperto. Sulla zona, interessata dalla presenza di domus de janas, sono state fatte diverse ipotesi rispetto all’utilizzo in epoca preistorica di queste grotte. In epoca Romana è invece possibile che si sia avuto un utilizzo come cava di materiale per la costruzione di gran parte della città. Non è escluso che possa essere stato utilizzato anche come luogo di culto o sepoltura nel Medioevo. Le grotte o meglio gallerie, forse in parte di origine naturale, hanno preso forma dall’estrazione di blocchi squadrati impiegati per edificare i monumenti storici di Porto Torres. Sono infatti ancora visibili i segni degli strumenti utilizzati dai cavatori e in alcuni punti si possono distinguere nettamente le tracce dei conci estratti durante la fase di coltivazione. Un confronto petrografico ha inoltre consentito di dimostrare l’impiego di questo materiale da costruzione per la maestosa basilica di San Gavino, la più grande in stile romanico della Sardegna.

Nel secolo scorso – secondo i racconti popolari degli sfollati ai tempi della Grande guerra – le grotte erano utilizzate come rifugio antiaereo da parte della popolazione. Allo stato attuale sono invece utilizzate dal privato come riparo per il bestiame e come fienile. L’area è nel confine sud del Comune di Porto Torres con quello di Sassari ed è delimitata a nord da una strada di campagna che porta verso il fiume: a sud col tratto finale del Rio d’Ottava, a est col rio Mannu e a ovest con la strada sterrata di Ponti Pizzinnu. Il sito è stato scelto con cura dal Fai, perché nella sua mission si occupa in tutto il territorio italiano della protezione di beni artistici e naturalistici. La discarica di rifiuti speciali vicino alle grotte di Ferrainaggiu è dunque un insulto al decoro e alla difesa del patrimonio paesaggistico e monumentale della città. Serve quindi un intervento pubblico per rimuovere le problematiche igienico-sanitarie e una mobilitazione attiva per proteggere quel paesaggio che racconta tanta storia di Porto Torres.
 

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sin
Le nostre iniziative