La Nuova Sardegna

Sassari

«Siamo in ginocchio, per noi sarebbe la salvezza»

«Siamo in ginocchio, per noi sarebbe la salvezza»

L’idea di ripopolare l’area anche la mattina piace ai pochi ambulanti rimasti: «È l’unica soluzione»

13 maggio 2020
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SASSARI. In questi giorni sono tra i pochissimi fortunati che hanno potuto rimontare la bancarella e ripreso a vedere qualche spicciolo finire dentro la cassa. Quello di piazza Tola – essendo un mercato giornaliero – è infatti l’unico tra quelli cittadini che in settimana ha potuto riaprire al pubblico.

Nessuna ressa, nessun pericolo di assembramento perché qui alle spalle della statua di Pasquale Tola i venditori ambulanti sono rimasti in tre, massimo quattro quando c’è il pienone.

«Fino alla metà degli anni Duemila – spiega Gianuario Rubelli, commerciante di scarpe – eravamo in 38. A guardare la piazza oggi quasi non ci si crede. L’idea di ripopolare questa zona anche la mattina sarebbe accolta da noi con grande entusiasmo. Sarebbe – aggiunge il commerciante – una boccata d’ossigeno per tutto il centro storico che era già in difficoltà prima di questa emergenza sanitaria e ora è in ginocchio. Così come lo sono i miei colleghi che come me lavorano anche in altri mercati – conclude l’ambulante – devono darci la possibilità di ripartire anche nelle altre zone mercatali della città e del circondario altrimenti è la fine».

Chi non ha mai abbandonato la piazza negli ultimi 33 anni è Filippo Canu, commerciante di biancheria intima e abbigliamento. «Dopo due mesi di stop forzato – spiega – riaprire è stato importante perché i soldi erano finiti. L’idea dei gestori dei locali della piazza – prosegue il commerciante – mi piace molto, in questo momento la gente ha voglia di uscire e di ritrovarsi, riportarla qui anche la mattina per la colazione o per l’aperitivo prima di pranzo farebbe bene a tutta la parte storica della città».

Fausto Bambino è arrivato in piazza Tola invece da appena un anno dopo aver fatto avanti e indietro per una vita tra Sassari e i centri della provincia. «Ho lasciato i mercati del circondario – spiega – e ora sono stabile qui per una questione di costi. Il progetto di apertura delle attività che fanno ristorazione già dalla mattina – aggiunge il commerciante – ci piace molto, una piazza così bella al centro della città avrebbe dovuto pensarci anche prima e rilancio dicendo che il Comune dovrebbe dare anche a noi la possibilità di stare almeno fino alle 17, ora alle 13 dobbiamo andare via». (l.f.)

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