La Nuova Sardegna

Sassari

Padria, il rio Molinu inquinato dagli scarichi

Padria, il rio Molinu inquinato dagli scarichi

Il depuratore c’è ma non riesce a trattare completamente le acque che arrivano da altri due comuni

14 maggio 2020
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PADRIA. Fa male al cuore, in un territorio di straordinaria bellezza quale quello di Padria, vedere il corso d’acqua del rio Mulinu, di un colore malato, bianco lattiginoso, scorrere in aperto contrasto col rigoglioso verde della campagna. È il risultato dello scarico del depuratore, che evidentemente non assolve al suo compito, e che, al posto delle acque depurate, rilascia una sorta di melma maleodorante. Le foto sono state pubblicate da Gian Carlo Costa, sul profilo facebook “Padria World”, con l’ironico titolo “Le acque bianche del nostro depuratore”.

Anche se, in definitiva, il responsabile del colore inquietante di quelle acque parrebbe non essere neppure il depuratore, ma un problema che sta a monte di esso, e che in qualche modo lo aggira. È quanto sostiene il vicesindaco e assessore all’Ambiente Matteo Marica, forte di una lunga interlocuzione con tutti gli enti preposti. «Secondo l’ultima nota di Abbanoa del 24 aprile scorso – afferma Marica – il problema vero della mancata depurazione delle acque nere, risiede nella abnorme quantità di liquidi in ingresso nel depuratore. Questo provoca, una volta raggiunto il massimo della capienza dell’impianto, la chiusura delle valvole, e il deflusso delle acque dal bypass». Per cui, dallo stesso bypass e poi a valle del depuratore, scorrono acque non depurate, e questo a prescindere dal fatto che l’impianto funzioni correttamente, come pare sia.

Ma per capire questo paradosso, bisogna fare ancora un passo indietro. Il depuratore a “Sa Pedraggia”, in territorio di Padria, è un impianto intercomunale, che serve i centri di Padria, Mara e Pozzomaggiore. E sarebbero proprio i reflui provenienti da quest’ultimo Comune a provocare il malfunzionamento denunciato. «Sempre secondo i dati forniti da Abbanoa – precisa Matteo Marica – l’ingresso di liquidi nell’impianto è determinato, per 1,4 litri al secondo dal Comune di Padria, per 2,5 dal Comune di Mara, e per 24,4 dal Comune di Pozzomaggiore». Un dato, quest’ultimo, che non si giustifica di certo con la maggiore consistenza numerica del “comune dei pozzi”, che al massimo dovrebbe portare ad una moltiplicazione per 4 del dato di Padria. Ecco allora che l’ipotesi dei tecnici è quella di un abnorme apporto di acque nere da Pozzomaggiore, che si spiegherebbe solamente con infiltrazioni di acque bianche nell’apparato fognario. Di qui la necessità di indagini. «C’è stato anche un sopralluogo dei tecnici dell’assessorato regionale all’Ambiente – conferma il sindaco Alessandro Mura – ma siamo in attesa di decisioni risolutive». Intanto, chi paga le conseguenze della situazione attuale, sono gli allevatori e i padriesi, per i miasmi che da quel sito provengono.

Mario Bonu



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