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Sassari, la proposta di bar e ristoranti: «Più tavolini all’aperto al posto dei parcheggi»

di Luca Fiori
Sassari, la proposta di bar e ristoranti: «Più tavolini all’aperto al posto dei parcheggi»

Da lunedì rialzeranno la serranda centinaia di attività chiuse ormai da due mesi. Un comitato del centro: «Stalli blu rimodulati per dare spazio a bar e ristoranti»

15 maggio 2020
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SASSARI. Più spazio per lavorare davanti alle proprie attività, a costo di perdere qualche parcheggio. Segnaletica orizzontale all’ingresso di negozi e ristoranti, monitoraggio costante dei clienti con termo scanner in posizione strategica all'ingresso dei locali e volontari da affiancare alle forze dell’ordine per far rispettare le regole di quello che da lunedì sarà il nostro nuovo modo di vivere.

Invece di attendere che le nuove disposizioni arrivassero dall’alto i componenti del comitato “Le Corti di Porta Nuova” – l’associazione nata un anno fa con l’obiettivo di rendere migliore la vita di Culleziu, il vecchio quartiere che ruota intorno a piazza Università – hanno deciso di presentare loro stessi una serie di proposte al Comune che potranno essere adottate non solo al centro storico ma in tutti i quartieri.

Nel documento che verrà protocollato stamattina in Comune ci sono una serie di suggerimenti, frutto di uno studio attento fatto dal comitato che raggruppa cinquantacinque attività dell’antica zona commerciale di Sassari.

Il Comune se vorrà dovrà dare uno sguardo in fretta, perché dal 18 maggio molte serrande verranno finalmente rialzate e ancora in pochi sanno come dovranno comportarsi.

«Riteniamo fondamentale per la sopravvivenza di tantissime attività commerciali – spiega Fabrizio Leoni, titolare di un bar in via Università – che amministrazione comunale e Saba Italia rimodulino i loro stalli nel territorio, con particolare attenzione per bar e ristoranti che potrebbero usufruire del suolo pubblico per aumentare la superficie dedicata a sedie e tavolini garantendo tutte le misure di sicurezza. Sarebbe una decisione – conclude il barista – che limiterebbe le perdite economiche, aumentando così anche la possibilità di adempiere agli oneri tributari comunali».

Dal comitato arriva anche la richiesta di controlli stringenti per evitare che riparta il contagio. «Servirà un monitoraggio stringente della circolazione dei nostri concittadini – spiega Pinuccio Mangatia, titolare di un alimentari in via Università – siamo consapevoli della carenza delle forze dell’ordine messe in campo in relazione alla vastità del territorio comunale e alle loro altre competenze, per questo motivo suggeriamo l'utilizzo del volontariato sassarese come forza aggiuntiva».

Dal comitato anche l’ipotesi di una segnaletica orizzontale che aiuti i cittadini a muoversi davanti e dentro le attività commerciali. «Sarebbe opportuna – spiega Stefano Marchini del Gusta Vinho’s di via Arborea – la presenza della segnaletica al suolo di tipo adesivo, uguale in tutta la città in modo che i cittadini la riconoscano subito. Segnali da apporre nelle prossimità degli ingressi di attività commerciali e uffici pubblici con alto afflusso di persone, per indicare e garantire costantemente ai cittadini il distanziamento sociale tra loro». Nel documento non mancano i suggerimenti per la grande distribuzione che dovrà fare i conti con flussi di persone che dovranno necessariamente cambiare il modo di comportarsi.

«Pensiamo che l'amministrazione comunale – spiega Stefano Dore, titolare del Caffè 1903 in Largo Ittiri – debba indicare ai negozi dalla zona industriale di Predda Niedda e a tutti i supermercati con ampie superfici di vendita presenti nel territorio comunale l'adozione di strumenti aggiuntivi per il monitoraggio dei clienti. Oltre alla segnaletica nello spazio antistante l’ingresso per ordinare e distanziare i clienti e lungo le corsie per limitare al loro interno il rischio di riduzione della distanza di sicurezza, in luoghi così ampi sarà fondamentale la presenza di termo scanner in posizione strategica all’ingresso dei locali. Riteniamo che eccedere in misure di sicurezza e prevenzione non sia sbagliato – conclude il barista – per uscire prima da questa situazione dovremo fare tutti dei sacrifici».

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