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I Riformatori attaccano «La Regione si muova, no alla chiusura»

PORTO TORRES. La chiusura delle sede operativa della Soprintendenza di Porto Torres approda nell’aula del consiglio regionale attraverso la mozione che il capogruppo dei Riformatori Sardi, Aldo...

15 maggio 2020
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PORTO TORRES. La chiusura delle sede operativa della Soprintendenza di Porto Torres approda nell’aula del consiglio regionale attraverso la mozione che il capogruppo dei Riformatori Sardi, Aldo Salaris, ha presentato al presidente Christian Solinas e all’assessore competente per delega. Un documento dove si chiede al governatore di intervenire presso il ministero per i Beni e le attività culturali e il Soprintendente per le provincie di Sassari e Nuoro, «al fine di sospendere il provvedimento e attivare un tavolo tecnico aperto alle istituzioni e alle parti sociali, per ricercare soluzioni alternative alla chiusura delle sede di Porto Torres». L’allarme era stato lanciato lo scorso gennaio da Franco Satta e Rossana Carbone, coordinatori cittadini dei Riformatori, che avevano espresso perplessità e forte preoccupazione per il futuro del patrimonio archeologico. «In assenza di un presidio per la sorveglianza e la prevenzione dei reperti sti della Colonia Julia Turris Libisonis – ricordano i coordinatori –, ci chiediamo come potrà essere garantita la tutela di una situazione complessa di una città pluristratificata: la mozione presentata dai nostri rappresentanti regionali è il frutto di una precisa valutazione pertinente alla situazione attuale, alle potenzialità inespresse dal territorio e alle prospettive future di sviluppo dove la Soprintendenza riveste fondamentale importanza rapportata all’enorme e prezioso patrimonio archeologico presente nell’area urbana e periurbana di Porto Torres».

Il percorso avviato oltre 40 anni fa tra la comunità turritana e la Soprintendenza ha condotto a grandi, ed in qualche caso insperati, risultati che hanno aperto la strada a nuove prospettive. «Nel progetto dei Riformatori c’è proprio la sottoscrizione di un accordo tra il Comune di Porto Torres, la Soprintendenza e il polo museale della Sardegna per la gestione, la valorizzazione, la tutela e la conservazione dei Beni culturali di Porto Torres: un progetto innovativo che riguarda l’istituzione di un “Parco archeologico urbano” che possa integrare la zona del faro, l’area archeologica di Palazzo Re Barbaro e delle Terme Maetzke, l’area del Rio Mannu con il ponte Romano e la zona di Marinella con la necropoli occidentale di Turris Libisonis». (g.m.)

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