La Nuova Sardegna

Sassari

Lite tra detenuti a Bancali: un ferito

Lite tra detenuti a Bancali: un ferito

Lo scontro nella sezione lavoranti, provvidenziale l’intervento degli agenti. Trovati punteruoli, un coltello e un telefonino

16 maggio 2020
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SASSARI. Ancora momenti di tensione nel carcere sassarese di Bancali. L’episodio risale a giovedì sera ed è stato denunciato ieri dal Sappe: una violenta lite sarebbe scoppiata nella sezione che ospita i cosiddetti “lavoranti” (articolo 21) e sarebbero stati coinvolti alcuni detenuti stranieri. Provvidenziale si è rivelato il pronto intervento degli agenti della polizia penitenziaria che sono riusciti a bloccare le persone coinvolte nello scontro e a limitare i danni. Uno dei detenuti feriti è stato accompagnato in ospedale al “Santissima Annunziata” per le cure mediche.

Nei momenti immediatamente successivi alla lite tra detenuti, gli agenti della polizia penitenziaria hanno eseguito una perquisizione nella Sezione interessata e sono stati rinvenuti punteruoli, un coltello in ceramica e un telefonino. Il detenuto finito in ospedale era già stato trovato in possesso di un telefonino, per questo al suo rientro a Bancali è stato trasferito in una sezione “chiusa”.

«Quello che è accaduto l’altra sera – ha sottolineato il delegato nazionale del Sappe per la Sardegna Antonio Cannas – riporta alla ribalta le difficoltà della struttura detentiva e delle gravi condizioni operative nelle quali lavora ogni giorno il personale di polizia penitenziaria. Dove sono ora quelli che rivendicano ad ogni piè sospinto più diritti e più attenzione per i detenuti i ma si scordano sistematicamente dei servitori dello Stato, come gli agenti di polizia penitenziaria e gli appartenenti alle forze dell’ordine, che ogni giorno rischiano la vita per la salvaguardia delle istituzioni?», si chiede provocatoriamente Cannas.

E sulla vicenda di Bancali è intervenuto ieri anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria. «Quello che è successo l’altra sera a Sassari mette in risalto - se ancora ce ne fosse bisogno - quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Da tempo il Sappe denuncia, inascoltato, che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto. É stata tolta la sentinella della polizia penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri. E a questo si aggiunge la mancanza di personale - visto che le nuove assunzioni non compensano il personale che va in pensione e che è dispensato dal servizio per infermità -, il mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento. La realtà è che sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno otto ore al giorno con controlli sporadici e occasionali». (g.b.)



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