La Nuova Sardegna

Sassari

Ricoveri in sicurezza, nuovo piano

di Paoletta Farina
Ricoveri in sicurezza, nuovo piano

L’Aou cambia le regole. Contu: «I pazienti resteranno al pronto soccorso fino all’esito del test Covid»

16 maggio 2020
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SASSARI. L’Aou cambia ancora la gestione degli accessi al pronto soccorso. D’ora in poi tutti i pazienti in ingresso che hanno necessità del ricovero, oltre ad essere immediatamente sottoposti al tampone Covid, in attesa dell’esito del test dovranno sostare in pronto soccorso prima di essere trasferiti ai reparti. Ma per i vertici non si tratta di un ripensamento: «Stiamo registrando il raddoppio degli accessi in pronto soccorso, da quando è cominciata la Fase 2, e perciò è necessario introdurre procedure ancora più attente».

La comunicazione dell’introduzione di nuove regole è stata inviata dal direttore sanitario del presidio ospedaliero Santissima Annunziata, Bruno Contu, al personale dell’Azienda mista e modifica le precedenti disposizioni del 7 maggio scorso. Assunte dopo il caso della paziente di 87 anni ricoverata per un ictus e risultata prima positiva e poi negativa, per due volte, al coronavirus. L’ulteriore cambiamento è stato deciso nel corso di una riunione che ha visto protagonisti il commissario Giovanni Maria Soro, il direttore amministrativo, il capo dipartimento internistico e il direttore del pronto soccorso, Mario Oppes, oltre allo stesso Contu. Sarà una coincidenza ma anche questa decisione arriva dopo che un paziente Covid positivo è stato trasferito dal pronto soccorso alla Pneumologia prima dell’esito del test e il personale del 118 che l’ha trasportato messo in quarantena.

Il vademecum per gli accessi in massima sicurezza è stato aggiornato con ulteriori provvedimenti, perché ormai è accertato che nelle strutture ospedaliere la barriera al virus non può avere buchi.

Contu, infatti, prevede che «solo ed esclusivamente se le condizioni di particolare sovraffollamento del pronto soccorso non consentono una sosta prolungata in attesa del risultato del tampone naso, si deve prestare particolare attenzione a non inviare all’Unità operativa di ricovero più di un paziente per volta privo del risultato del tampone. Questo al fine di consentire l'isolamento in sicurezza nel reparto di ricovero, in particolare in quelli dove si concentra il più alto numero di ricoveri giornalieri». Nelle nuove linee di comportamento adottate, il malato che ha in corso un infarto o un’emorragia cerebrale, e quindi una patologia tempo-dipendente (come era accaduto alla donna ultraottantenne) verrà inviato all’Unità ospedaliera di ricovero dove, appena possibile, verrà sottoposto a tampone e isolato fino all’arrivo del risultato.

«C’è una continua evoluzione della pandemia – afferma Bruno Contu – e a seconda del suo sviluppo dobbiamo prendere le decisioni, giorno per giorno. Ma abbiamo sempre avuto, sin dall’inizio del contagio, un piano d’azione». «Appena è scoppiata l’emergenza, il pronto soccorso si è svuotato – ricorda Mario Oppes –. Ad aprile avevamo meno di 30 pazienti al giorno, ieri 80. E prevediamo un ulteriore aumento».

«Sorprende che l’Aou abbia adottato ora protocolli più severi che nella fase 1 – sottolinea Paolo Dettori, segretario generale della Fp Cgil –. Un’ennesima inversione di marcia che sembra indice di uno stato di confusione».

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