La Nuova Sardegna

Sassari

Quattro chili di cannabis innocua, assolto

Quattro chili di cannabis innocua, assolto

La sostanza sequestrata dai carabinieri era priva di principio attivo. La perizia scagiona un allevatore

17 maggio 2020
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SASSARI. La perizia eseguita sulla cannabis sequestrata (quattro chili in tutto) ha evidenziato che la sostanza non conteneva alcun principio attivo e così due giorni fa l’imputato Basilio Bullitta, 65enne di Ittireddu, è stato assolto dal giudice Sergio De Luca.

A ottobre dell’anno scorso i carabinieri avevano trovato la cannabis nascosta dentro due sacchi all’interno dell’azienda agricola dell’allevatore, nelle campagne di Ittireddu. I militari avevano bussato al portone di casa dell’uomo e dopo il ritrovamento dei due sacchi erano scattate le operazioni di verifica del peso e del contenuto ed era stato accertato sia il quantitativo – quattro chili – che la tipologia della sostanza stupefacente che, secondo gli inquirenti, era pronta per essere venduta nel mercato sassarese. E così per l’allevatore di Ittireddu era scattata la misura degli arresti domiciliari. Allora, in sede di udienza di convalida, il pubblico ministero aveva chiesto la custodia in carcere che non era stata accolta dal giudice. L’avvocato difensore Antonio Secci chiese e ottenne che il suo assistito venisse processato con il rito abbreviato condizionato all’esame dei quattro chili di cannabis. Il legale sosteneva che «l’acquisto in negozi autorizzati effettuato gradualmente dal Bullitta riguardava cannabis “sativa”». Per questo il giudice, accogliendo la richiesta del difensore, ha nominato un perito che, nell’udienza di venerdì scorso, commentando in aula l’esito dei suoi accertamenti, ha sostenuto che si trattava di sostanza che non conteneva alcun principio attivo a conferma di ciò che l’imputato aveva sostenuto durante l’arresto in flagranza. Da qui l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, sollecitata anche dal pubblico ministero Andrea Giganti. Inoltre assoluzione dall’articolo 75 «perché nessun atto – ha spiegato l’avvocato Secci – può essere trasmesso alla prefettura dal giudice a livello di sanzione amministrativa perché il fatto non sussiste».

Una vicenda giudiziaria che stavolta si chiude positivamente per l’allevatore che ha alle spalle altri precedenti simili. Già ad agosto del 2016 Bullitta era stato arrestato insieme a un altro allevatore di 75 anni, di Burgos, per lo stesso reato. I carabinieri della compagnia di Bono all’epoca avevano scoperto in località Funtana Tenera una coltivazione con 476 piante di marijuana. Entrambi gli agricoltori erano stati bloccati proprio mentre erano intenti a irrigare la piantagione. Nel corso delle perquisizioni i carabinieri avevano poi sequestrato 17 sacchi per un totale di 54 chili di marijuana (nascosti in alcuni anfratti), attrezzature e materiali utili per la coltivazione della droga. Nel 2017 erano stati condannati entrambi a tre anni di reclusione. (na.co.)

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