La Nuova Sardegna

Sassari

Bobòscianèl: «Il web è il nostro palco»

di Giovanni Bua
Bobòscianèl: «Il web è il nostro palco»

Daniele Coni: «Abbiamo imparato e recitato tanto. Ma ora ridateci il pubblico»

24 maggio 2020
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SASSARI. Provare a fermare un gruppo di teatranti è impresa vana. Ogni accadimento della vita diventa spunto, ogni traversia pungolo, ogni ostacolo opportunità. E così l’agguerrita compagnia Bobòscianèl, animata da Daniele Coni e Laura Calvia, non si è persa d’animo durante il lockdown, e si è trasferita armi e bagagli sul web per continuare una delle sue attività più amate, i corsi di teatro dai 3 ai 99 anni.

Tre classi, tre spettacoli, pronti a “esplodere” come ogni fine anno. Anche, se, per ora, non in un palco. «Stiamo lavorando a dei “corti” cinematografici – racconta Daniele Coni – o qualcosa di simile. Non li chiamiamo spettacoli teatrali perché sappiamo bene che il teatro è presenza, palcoscenico, pubblico, fisicità. Ma questo non ci impedisce di esplorare nuove strade, con il solito entusiasmo».

I temi sono i più disparati. «Gli adulti – racconta Coni – mettono in scena degli esercizi di stile, un testo declinato in commedia romantica, tragedia, melodramma, farsa, commedia dell’assurdo. I ragazzi esploreranno il tema della paura, raccontando un thriller da tutti i punti di vista. Una piccola acid-commedy tra brividi e risate. I più piccoli stanno preparando irresistibili testi di puro nonsense. Persone che dialogano tra loro, cercando l’una di convincere l’altra della bontà delle sue teorie, che però non vogliono dire assolutamente nulla. Più o meno quello che accade ogni giorno nei dibattiti in tivù».

Uno sbarco sul virtuale che ha permesso alla Compagnia di continuare a lavorare: «Di mantenerci vivi – sottolinea Coni –. Io, devo essere sincero, ero uno dei più perplessi. Non pensavo si potesse proprio fare. E invece ho scoperto cose nuove, e i nostri allievi, su oltre cento siamo riusciti a coinvolgerne una sessantina, hanno tirato fuori anche loro parti diverse, diverse modalità di espressione. È stato interessante, sorprendente, entusiasmante Anche se deve rimanere una parentesi».

La naturale resilienza dei teatranti deve infatti tornare nel suo naturale habitat: il palco, e soprattutto il contatto con il pubblico. «Seguiamo l’evolversi degli eventi – chiude Coni –. Per il momento sappiamo che dal 15 le rappresentazioni dovrebbero ripartire, e che il Comune si sta muovendo per organizzare palchi all’aperto. Speriamo che l’accesso sia per tutti e non solo per quelli più strutturati, che forse sono quelli che meno ne hanno bisogno. Noi chiediamo solo un cortile, una piazza “sicura”, un luogo dove mettere in scena quel liberatorio rito collettivo che è una rappresentazione teatrale. Non chiediamo aiuti, ma un botteghino aperto, e il nostro pubblico con cui ridere insieme di tutto questo. Per potere, finalmente insieme, ripartire».

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