La Nuova Sardegna

Sassari

Balai, finito il lockdown tornano i rifiuti

di Gavino Masia
Balai, finito il lockdown tornano i rifiuti

Cartoni e bottiglie abbandonate dopo la notte di movida. Proteste sui social

25 maggio 2020
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PORTO TORRES. Dopo la lunga quarantena, l’uomo si è ripreso i suoi spazi. E la scena è subito cambiata: rifiuti accumulati o gettati per terra, cestini traboccanti, bottiglie di birra e superalcolici poggiati dove capita. C’è voluto davvero poco per tornare alla “normalità”.

Una baia di Balai colma di rifiuti quella che ha accolto ieri mattina i runner e i camminatori che si sono presentati davanti alla pista ciclabile. Cartoni di pizza abbandonati vicino ai cestini portarifiuti – troppo piccoli per poter contenere quel tipo di immondizia – e bottiglie di alcolici appoggiate sul muretto della pista.

La fase 2 della movida turritana ha mostrato un atteggiamento poco responsabile da parte di alcuni giovani che si sono radunati sabato sera nel parco di Balai per consumare cibo e bevande. E ieri mattina è subito scattata sui social la protesta di numerosi cittadini che fruiscono del litorale e che chiedono «un forte e deciso segnale per preservare la zona più bella della città da atti di inciviltà».

Il servizio degli addetti alla pulizia è stato comunque tempestivo nella giornata festiva, così da evitare un brutto spettacolo ai numerosi visitatori che frequentano la baia di fronte al golfo dell’Asinara. «Io mi chiedo – scrive una donna – come si fa a trattare così male la propria casa. Quella che ogni giorno ci offre una vista pazzesca, un paesaggio unico, la tanto desiderata libertà. Perché è questa la sensazione che si prova a fare una passeggiata a Balai: regala un mare che in tanti ci invidiano e dobbiamo sentirci tutti in dovere di salvaguardare la nostra casa, dai più grandi ai più piccoli».

Per qualcun altro è un triste ritorno alla normalità di ogni fine settimana nel Lungomare e in particolar modo nella zona di Balai: «È ritornata a essere quel che è sempre stata già da qualche anno, ovvero terra di nessuno. Zona franca dove ognuno fa tutto quel che gli va, quando e come gli va».

Secondo Antonello Falchi, invece sono due i fronti su cui agire: non sarebbe male mettere «qualche contenitore per la spazzatura in più (magari di quelli capienti) e anche, anzi soprattutto, avere una vigilanza più assidua».

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