Le palazzine di via Vico sono invase dai liquami
di Gavino Masia
Guasto agli impianti fognari e situazione igenico-sanitaria ormai fuori controllo Il sindaco: «Area deve intervenire immediatamente, siamo pronti a sanzionarla»
26 maggio 2020
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PORTO TORRES. Dalle case popolari di via Vico da diversi giorni sgorgano liquami dall’impianto fognario e anche le palazzine dove vivono diverse famiglie versano in una condizione di degrado. Situazioni gravi dal punto di vista igienico-ambientale e della sicurezza, dunque, che hanno spinto il sindaco ad emanare un’ordinanza datata 22 maggio in cui chiede all’Azienda regionale per l’edilizia abitativa di intervenire immediatamente entro il termine di 5 giorni dalla notifica del provvedimento.
«Area deve provvedere al ripristino delle condizioni igienico sanitarie mediante rimozione dei liquami presenti nel cortile di pertinenza del fabbricato – scrive Sean Wheeler - e alla riparazione dell’impianto di scarico fognario: oltre a provvedere immediatamente e comunque entro il termine di 10 giorni dalla notifica dell’ordinanza, alla messa in sicurezza di ogni altra parte pericolante del fabbricato stesso, al fine di tutelare l’incolumità pubblica e privata, e la sicurezza urbana».
In una inchiesta sui quartieri, pubblicata sulla Nuova, era stato già evidenziato lo stato di precarietà strutturale e igienico che vivono gli abitanti delle palazzine. Con colombi che invadono il sottotetto per costruirsi il nido, giardini pieni di erbacce e ratti che scorazzano tra le abitazioni popolari. Nelle settimane scorse anche il personale dell’ufficio tecnico aveva accertato questo stato di cose che perdura da anni: la presenza di uno sversamento di liquami fognari nel cortile, probabilmente dovuto ad una rottura dell’impianto di scarico, e crepe e lesioni strutturali sulle facciate del fabbricato ad uso residenziale di proprietà di Area. Che potrebbero diventare causa di possibili distacchi e cedimenti, in considerazione della mancata manutenzione delle stesse.
«Quanto descritto e accertato nella relazione dei tecnici comunali – aggiunge il capo dell’amministrazione - e in considerazione degli aspetti di carattere igienico sanitario che ne potrebbero derivare anche a carico degli abitanti residenti nell’immobile, si rendono necessari interventi urgenti entro i termini stabiliti da parte del proprietario del fabbricato». In caso di inadempienza da parte di Area alle disposizioni previste dall’ordinanza, sarà applicata una sanzione pecuniaria da 25 a 500 euro, fatta salva l’applicazione da parte dell’autorità giudiziaria della contravvenzione agli articoli 650 e 677 del Codice penale e dell’azione penale ove il fatto costituisca più grave reato.
«Area deve provvedere al ripristino delle condizioni igienico sanitarie mediante rimozione dei liquami presenti nel cortile di pertinenza del fabbricato – scrive Sean Wheeler - e alla riparazione dell’impianto di scarico fognario: oltre a provvedere immediatamente e comunque entro il termine di 10 giorni dalla notifica dell’ordinanza, alla messa in sicurezza di ogni altra parte pericolante del fabbricato stesso, al fine di tutelare l’incolumità pubblica e privata, e la sicurezza urbana».
In una inchiesta sui quartieri, pubblicata sulla Nuova, era stato già evidenziato lo stato di precarietà strutturale e igienico che vivono gli abitanti delle palazzine. Con colombi che invadono il sottotetto per costruirsi il nido, giardini pieni di erbacce e ratti che scorazzano tra le abitazioni popolari. Nelle settimane scorse anche il personale dell’ufficio tecnico aveva accertato questo stato di cose che perdura da anni: la presenza di uno sversamento di liquami fognari nel cortile, probabilmente dovuto ad una rottura dell’impianto di scarico, e crepe e lesioni strutturali sulle facciate del fabbricato ad uso residenziale di proprietà di Area. Che potrebbero diventare causa di possibili distacchi e cedimenti, in considerazione della mancata manutenzione delle stesse.
«Quanto descritto e accertato nella relazione dei tecnici comunali – aggiunge il capo dell’amministrazione - e in considerazione degli aspetti di carattere igienico sanitario che ne potrebbero derivare anche a carico degli abitanti residenti nell’immobile, si rendono necessari interventi urgenti entro i termini stabiliti da parte del proprietario del fabbricato». In caso di inadempienza da parte di Area alle disposizioni previste dall’ordinanza, sarà applicata una sanzione pecuniaria da 25 a 500 euro, fatta salva l’applicazione da parte dell’autorità giudiziaria della contravvenzione agli articoli 650 e 677 del Codice penale e dell’azione penale ove il fatto costituisca più grave reato.