il processo
Rubarono rame nella ferrovia reato prescritto per tre imputati
SASSARI. Muniti di tronchese, rastrello, coltello e cacciavite avevano rubato alcune matasse di rame dopo averle recise dalla linea ferroviaria che costeggia la statale 131, località Campomela, nel...
27 maggio 2020
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SASSARI. Muniti di tronchese, rastrello, coltello e cacciavite avevano rubato alcune matasse di rame dopo averle recise dalla linea ferroviaria che costeggia la statale 131, località Campomela, nel comune di Muros. Le matasse facevano parte del cavidotto necessario al controllo del segnale di protezione al passaggio dei treni. Per questo, oltre al furto ai tre imputati Dimitru Ionita (romeno ma da tempo trapiantato a Sassari), Gianfranco Cadoni (residente a Bono) e Daniele Serra (residente a Florinas) era stato contestato il reato previsto dall’articolo 432 del codice penale: “attentati alla sicurezza dei trasporti”. Perché, scriveva il pubblico ministero nell’avviso di conclusione delle indagini, «quella condotta, determinando l’errata segnalazione circa il passaggio dei convogli, poneva in serio pericolo la sicurezza del trasporto pubblico».
Ma nell’udienza che si è celebrata alcuni giorni fa in tribunale a Sassari il giudice Mauro Pusceddu ha dichiarato i reati estinti per intervenuta prescrizione. Al processo erano presenti il pubblico ministero Andrea Giganti e gli avvocati difensori Patrizia Marcori (per Serra) e Giuseppe Onorato (per Ionita e Cadoni).
I fatti risalgono a otto anni fa. Era il 28 maggio del 2012 quando intorno a mezzanotte gli agenti delle volanti avevano ricevuto l’allarme dal compartimento Polfer di Cagliari. Quando la polizia era arrivata sul posto, abbastanza impervio, aveva trovato i tre vicino a un ruscello. E avevano giustificato così la loro presenza: «Stiamo pescando anguille». (na.co.)
Ma nell’udienza che si è celebrata alcuni giorni fa in tribunale a Sassari il giudice Mauro Pusceddu ha dichiarato i reati estinti per intervenuta prescrizione. Al processo erano presenti il pubblico ministero Andrea Giganti e gli avvocati difensori Patrizia Marcori (per Serra) e Giuseppe Onorato (per Ionita e Cadoni).
I fatti risalgono a otto anni fa. Era il 28 maggio del 2012 quando intorno a mezzanotte gli agenti delle volanti avevano ricevuto l’allarme dal compartimento Polfer di Cagliari. Quando la polizia era arrivata sul posto, abbastanza impervio, aveva trovato i tre vicino a un ruscello. E avevano giustificato così la loro presenza: «Stiamo pescando anguille». (na.co.)