La Nuova Sardegna

Sassari

Storie felici dal lockdown in un video a 43 voci

di Francesco Squintu
Storie felici dal lockdown in un video a 43 voci

Lo hanno realizzato il Serd e il Centro Lares grazie al progetto “In viaggio” Restare a casa ha fatto riconquistare il tempo sottratto da una vita frenetica

28 maggio 2020
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OZIERI. Una valigia è spesso sinonimo di viaggio oppure può diventare un contenitore di sogni, di ricordi e di emozioni. A riempirla, in queste settimane di reclusione, sono stati in tanti grazie al progetto “In Viaggio...dalla Fase 1 alla Fase 2, cosa porto dentro la mia valigia?” realizzato in rete tra il Ser.D e il Centro Lares del Plus Distretto Sanitario di Ozieri, nell’ambito dell’area Promozione InDipendenze, a tutela del benessere psicologico e della salute.

Quarantatrè persone del territorio hanno raccolto l’invito degli operatori e si sono raccontate attraverso dei brevi video che, successivamente, sono stati montati in tre filmati pubblicati nella rubrica “Spaccati di Benessere”, sul sito facebook del Centro Lares. Nella valigia virtuale sono finite mille cose che hanno dimostrato come l’esperienza passata forzatamente dentro le quattro mura non sia stata assolutamente negativa ed anzi ha fatto riemergere aspetti della vita sopiti negli anni a causa di frenesia, velocità, superficialità e poca attenzione. Il “tempo” è una delle parole più utilizzate, declinata in tutti i suoi aspetti: da non sprecare perché prezioso, da ritrovare come tempo soggettivo interiore, da usare per i propri desideri e passioni, per viaggiare con immagini e ricordi e per riscoprire un nuovo dialogo e maggiore conoscenza tra coniugi o genitori e figli. «Il virus, da questo punto di vista – hanno detto gli operatori del centro – è stato benefico: ciò che prima pareva impossibile è diventato realtà».

Dai video pubblicati, in effetti, emerge anche la considerazione per alcune cose che sembravano troppo normali per essere apprezzate a fondo ed ecco che si rivalutano come per magia la semplice passeggiata al sole, leggere un bel libro, rilassarsi sul divano a vedere un film, riscoprire vecchi e nuovi hobby o sperimentare in cucina anche con “le vecchie ricette della nonna”.

La voglia e il bisogno di coltivare le relazioni sociali con parenti e amici invece si sono concretizzati attraverso nuove modalità a causa del distanziamento. «Si può essere vicini emotivamente alle persone pur non essendoci il contatto fisico – hanno detto alcuni protagonisti dei video – e si è scoperta la bellezza dei legami affettivi, della solidarietà ed anche il lato più umano delle persone».

Non è mancato anche l’accenno alle donne che sono state costrette a stare a casa con il loro aguzzino subendo maltrattamenti e violenze e il senso di gratitudine verso tutti gli operatori sanitari, volontari, forze dell’ordine e i servizi alla persona, assieme alla rabbia per chi non ha rispettato le regole o ha avuto atteggiamenti faziosi e polemici. Insieme a tutto questo a restare chiuso dentro la valigia ci sarà anche quel silenzio emozionante, quasi surreale, che ha accompagnato il primo mese di lockdown.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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