La Nuova Sardegna

Sassari

Bilancio al veleno a Castelsardo

di Salvatore Santoni
Bilancio al veleno a Castelsardo

Seduta fiume di dieci ore tra divisioni interne, polemiche con l’opposizione e ritrovata unità finale

29 maggio 2020
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CASTELSARDO. Due fuoriusciti dal gruppone di maggioranza con annesso lavaggio di panni sporchi in aula, un siluro contro il comandante designato dall’assemblea dei barracelli, le bordate al bilancio della minoranza e un lieto fine: l’intesa tripartisan per dire un “no” secco al declassamento della strada litoranea di Platamona. È questa, in pillole, la seduta fiume del consiglio comunale di Castelsardo andata in scena mercoledì scorso nel bunker della sala XI: dieci estenuanti ore interrotte solamente da un paio di soste “fisiologiche”.

Gli scontri. Il clima si infiamma in continuazione, soprattutto negli scambi tra l’assessore tecnico Roberto Pinna e il leghista Angelo Lorenzoni, appena fuoriuscito dal gruppo unico di maggioranza con la collega Grazia Lorenzoni. Assessore e consigliere a turno se ne dicono di tutti i colori, e spesso capire le posizioni diventa impossibile. Sul piano delle opere pubbliche Pinna si scontra anche con Cuccureddu.

Ok al bilancio. La discussione è stata lunga ed estenuante. Ma si può sintetizzare così: da una parte la maggioranza a sostenere la bontà del taglio dell’1 per mille all’addizionale Irpef, un piano di manutenzioni da 150mila euro su tre anni e gli stanziamenti per tassa di soggiorno e introiti del museo; dall’altra le palle incatenate sparate da Cuccureddu e colleghi, che hanno contestato la legittimità del bilancio, dato che secondo loro è arrivato in aula «non corrispondente alla realtà e senza gli allegati previsti dalla legge». Alla fine la maggioranza tira dritto e porta a casa il risultato. Ma su un emendamento, presentato dall’assessora Raffaela Posadino, si consuma uno sgarbo istituzionale difficile da digerire: la maggioranza si dimentica di inviare il testo alla presidente della commissione, Grazia Lorenzoni. «Una scorrettezza unica, una cosa vergognosa», ha chiosato Angelo Lorenzoni.

Siluro ai barracelli. Un altro passaggio difficile è arrivato con la nomina del comandante dei barracelli. Soprattutto quando è saltato fuori un documento, consegnato per sbaglio alla minoranza, con il risultato della votazione dell’assemblea delle divise verdi: 20 voti al capitano in carica Mario Tedde; 16 a Benedetto Lepori. A quel punto il dibattito è esploso. Perché i consiglieri, come prescrive la legge, non dovrebbero conoscere il risultato della votazione interna per non essere condizionati nella loro scelta. Quando comincia il suo intervento il leghista Lorenzoni è un fiume in piena. «Dovevamo invertire l’epoca Cuccureddu – dice – e se oggi stravolgiamo il voto dell’assemblea dei barracelli siamo pari a lui». E poi esce dall’aula insieme alla collega annunciando di non partecipare al voto. Il capogruppo della minoranza, Maria Lucia Tirotto, parla invece di disegno dell’amministrazione per silurare il comandante Tedde. Il vicesindaco Roberto Fiori replica che non c’è mai stata alcuna intromissione. Il sindaco chiede un voto di coscienza, e l’esito dell’urna rispetta la previsione: Lepori diventa il nuovo comandante dei barracelli.

No al declassamento. Dulcis in fundo la mozione contro il declassamento della litoranea di Platamona, presentata da Cuccureddu. La strategia della maggioranza è stata questa: ha presentato una contromozione che non ha messo d’accordo nessuno. La minoranza ha ribattuto di essere aperta a emendamenti, e il nuovo gruppo dei Lorenzoni ha oliato la cosa proponendo un paio di modifiche. A un certo punto maggioranza, minoranza e gruppo dei due Lorenzoni si sono armati di carta e penna per fare una proposta unitaria. Risultato: Castelsardo è unito contro il declassamento della Sp81.

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