La Nuova Sardegna

Sassari

Paziente caduta, l’Aou: mai lasciata sola

Paziente caduta, l’Aou: mai lasciata sola

Una 67enne si era fratturata il femore dopo la fisioterapia. Ora ha chiesto i danni

29 maggio 2020
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SASSARI. «Mai lasciata sola ma assistita continuativamente da medico e fisioterapista, quindi adagiata in posizione supina, in attesa di barella a cucchiaio per evitare danni da mobilizzazione». L’Aou interviene sulla vicenda della donna di 67enne caduta dal letto dell’ospedale dopo una seduta di fisioterapia. La paziente si è rivolta all’avvocato Luigi Pisanu che ha presentato una diffida con richiesta di danni all’Azienda ospedaliero universitaria. La donna infatti lamentava di esser rimasta per quasi un’ora per terra, dolorante, in compagnia sì del fisioterapista ma senza che nessuno potesse prestarle i necessari soccorsi. L’anomalia evidenziata dal legale della signora era che il personale del 118, arrivato in reparto, non fosse potuto intervenire perché la competenza era del pronto soccorso. Da qui l’attesa infinita.

L’Aou replica sostenendo che «la paziente sarebbe caduta perché si sarebbe alzata di sua sponte dal lettino per il trattamento, mentre la fisioterapista si accingeva ad abbassarlo per permetterle di scendere in sicurezza». Secondo la signora, invece, le cose non sarebbero andate così. La fisioterapista le avrebbe cioè comunicato che la seduta era conclusa e che poteva rialzarsi. Ma il letto era sollevato e alla 67enne era venuto a mancare l’appoggio sotto i piedi.

«Dopo la caduta, la stessa fisioterapista accorreva prontamente, così come la paziente ha dichiarato nel reclamo presentato lo scorso anno all’Ufficio relazioni con il pubblico – replica l’Aou – quindi la signora veniva subito visitata dal medico del reparto. Nel sospetto di una frattura di femore, il medico faceva restare la paziente in posizione supina, cioè con il viso verso l’alto e non “con la faccia rivolta contro il pavimento”. Il medico, inoltre, per evitare che la signora potesse avere complicanze da mobilizzazione, disponeva si aspettasse l’arrivo della barella a cucchiaio. La paziente, portata in pronto soccorso dagli operatori del pronto soccorso, nel periodo tra la caduta e il suo trasporto è stata costantemente assistita dal medico e dalla fisioterapista».

All’epoca alla signora arrivarono le scuse del direttore generale Nicolò Orrù che tra le altre cose spiegò come la sua segnalazione avesse «evidenziato la necessità di meglio definire le procedure aziendali per il soccorso e la gestione delle cadute in ospedale di pazienti ambulatoriali esterni e visitatori, procedure che invece sono ben chiare e definite per i pazienti ricoverati». (na.co.)

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