La Nuova Sardegna

Sassari

Gabriele, il cuoco legato alle tradizioni «Oggi Festha Manna»

di Gianni Bazzoni

Dalle cucine delle navi e dei villaggi turistici a una cosa sua “Il Pranzo è servito” chiuso 54 giorni: mai fatto tante ferie

31 maggio 2020
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PORTO TORRES. «É come ricominciare tutto da capo: 54 giorni fermo ti lasciano il segno, perché tutto il resto continua a muoversi e quando tiri su la serranda trovi bollette e fatture da pagare. Però sono abituato a combattere, come faceva mio padre sul ring. Ed eccomi qui, pronto a ripartire. Non nascondo che a un certo punto ho pensato: e se il lockdown si allunga che faccio? No, non era paura, solo una preoccupazione reale».

Gabriele Mura è un cuoco, di quelli legati alle tradizioni e alla cucina familiare, quella che si alimenta con le ricette lasciate in “eredità” dalle mamme e dalle nonne. Chi lo conosce bene racconta: “Gabriele se trova una cosa per terra la raccoglie e la cucina e la trasforma in un piatto originale”, giusto per ironizzare sulla passione per i fornelli. Due anni fa (la festa si doveva fare ad agosto, ma ormai se ne parlerà un’altra volta) ha deciso di aprire, insieme alla moglie Daniela, “Il pranzo è servito”, in viale delle Vigne, un angolo dove nasce il “catering popolare” che accompagna le giornate delle famiglie.

«Quando ho cominciato sapevo che c’erano da fare sacrifici, in fondo non mi impressionano. Ma non immaginavo che arrivasse addirittura una pandemia mondiale capace di mandare in crisi sistema sanitario ed economico. Ho cominciato a lavorare che non avevo ancora 18 anni, a bordo alle gasiere e delle navi della Tirrenia. Sono arrivato subito ai fornelli mi piaceva cucinare, poi le stagioni in giro per l’Italia, la lunga parentesi a Stintino al Club Esse. Però poi è arrivato il momento di tornare a casa: volevo una cosa mia».

Tradizioni e appuntamenti in calendario: ogni cosa ha un suo perché. «Oggi, domenica di Pentecoste, a Porto Torres è la Festha Manna – racconta – e nella lista dei piatti tipici più richiesti ci sono i lumaconi. Quest’anno non c’è festa popolare, solo l’appuntamento religioso. Ma io ho deciso di fare lo stesso i lumaconi. É un modo per dire che bisogna andare avanti, mai arrendersi». Cucina “salutare” la chiama. Ogni giorno un menù diverso, mi piace variare e proporre, cercare il confronto con chi sceglie di venire da noi».

Da pochi giorni la ripartenza, con mille incognite. «Ho perso decine di prenotazioni, un mare di lavoro perso. Avevamo dei giorni ormai chiari, sapevi che andava bene. Ora è tutto cambiato. Come andrà? Spero bene, diciamo che parto con 54 giorni di ferie già fatti. Non mi era mai successo in tutta la mia vita lavorativa».



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