La Nuova Sardegna

Sassari

Quelle tracce di fango all’altezza delle ginocchia

di Gianni Bazzoni
Quelle tracce di fango all’altezza delle ginocchia

L’esame del medico legale non cancella i dubbi sulla morte di Giampietro Cocco Dal saluto degli ultimi testimoni alla scoperta del cadavere: un buco di 50 minuti 

02 giugno 2020
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SASSARI. Si svolgeranno oggi a Bono alle 16,30, nella chiesa di San Michele Arcangelo, i funerali di Giampietro Cocco, l’allevatore di 24 anni trovato privo di vita nell’ovile di famiglia. Un suicidio - almeno in apparenza - ma con diversi punti ancora da chiarire e ai quali neppure l’esame del medico legale Vindice Mingioni (che propende per il suicidio) eseguito ieri su disposizione della sostituta procuratrice di Nuoro Ilaria Bradamante ha dato soluzione certa.

Ieri pomeriggio il corpo del ragazzo è stato restituito alla famiglia e intanto le indagini dei carabinieri vanno avanti e si cerca di capire se davvero quello del giovane di Bono è stato un gesto volontario - dettato da un evento improvviso - o se invece dietro quella morte arrivata dopo uno spuntino con una quarantina di persone (nel corso del quale non era accaduto niente di particolare) possa esserci la mano di altre persone.

Buco di 50 minuti. Giampietro è stato visto vivo per l’ultima volta alle 6,40 di sabato. Alcuni partecipanti allo spuntino hanno raccontato che il 24enne si era fermato all’ovile per «mettere a posto». E in effetti l’area dove si è svolto lo spuntino è stata trovata perfettamente in ordine. É stato il padre a trovare il ragazzo con la corda attorno al collo accanto alle balle di fieno. In 50 minuti Giampietro Cocco ha avuto davvero il tempo di rimettere tutto in ordine da solo e poi di mettere in pratica il suicidio? É solo uno degli interrogativi ai quali le indagini dovrebbero cercare di dare risposta.

Ginocchia sporche. L’altro aspetto del giallo riguarda i pantaloni del 24enne. All’altezza delle ginocchia c’erano evidenti segni di fango, come se il giovane poco prima si fosse inginocchiato a terra. Cosa è successo? Per fare che cosa? E soprattutto: in quel momento era solo all’ovile o c’erano delle altre persone?

Livido al braccio. Giampietro Cocco aveva un livido al braccio destro. Un segno evidente che potrebbe essere compatibile con una forte pressione o con un colpo. Ieri l’esame del medico legale lo avrebbe collocato come risalente a giorni precedenti.

La corda. In casi dubbi, quando anche l’ambiente nel quale è avvenuta la tragedia sussurra dubbi e chiede certezze, niente viene trascurato. Perchè è giusto eliminare ogni elemento di incertezza. La scena della tragedia andrebbe in questo caso esaminata con particolare attenzione. A cominciare dalla corda che - in presenza di ipotesi diverse dal suicidio - potrebbe anche fornire elementi utili a livello di tracce biologiche. Per questo viene da immaginare che sia stata repertata.

Nessun messaggio. La tragedia dell’ovile è racchiusa in quei 50 minuti in cui l’allevatore è rimasto solo. Non ci sono altri testimoni dalle 6.40 fino alle 7,30 quando i familiari scoprono il corpo senza vita del giovane. Nessun messaggio.

L’ultima cena. Le cene tra amici e invitati anche da altri territori, sono quasi un rito anche in Goceano. Ce ne sono spesso, come venerdì notte nell’azienda che sorge a poca distanza dalla chiesa campestre di Santa Restituta, sulla provinciale 31. Ma davvero quella organizzata da Giampietro Cocco aveva le caratteristiche di “ultima cena”?.

I partecipanti allo spuntino - almeno quelli che hanno commentato - non avrebbero percepito questa sensazione. «É andato tutto bene – hanno raccontato – era tranquillo, come si faceva a immaginare un finale tragico?». La storia giudiziaria è piena di fascicoli archiviati come suicidi e riaperti anche anni dopo con elementi che hanno ribaltato tutto. E sulla morte di questo ragazzo di 24 anni per ora ci sono ancora diversi aspetti da chiarire.

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